Strage a Fidene, interrogato per un’ora il killer Claudio Campiti: non ha risposto a domande chiave
È rimasto seduto di fronte al gip per un'ora Claudio Campiti, il killer che la scorsa domenica mattina ha ucciso tre donne a Fidene durante l'assemblea di un consorzio di ville a cui, nella serata di ieri, si è aggiunta la quarta vittima, Fabiana De Angelis, morta dopo due giorni di agonia a seguito delle lesioni gravi. L'uomo, che si trova nel carcere di Regina Coeli, oggi è stato ricevuto dal gip per l'interrogatorio di convalida del fermo: Campiti si è limitato a rispondere al alcune domande, ma non avrebbe proferito parola su quelli che gli inquirenti considerano i punti chiave dell'inchiesta aperta a suo carico.
La Procura di Roma contesta a Campiti gli omicidi volontari aggravati dai futili motivi e dalla premeditazione. Nell'ambito dell'inchiesta, seguita dal pm Giovanni Musarò e coordinata dall'aggiunto Michele Prestipino, però, vengono contestati a Campiti anche i reati di tentato omicidio e di porto abusivo d'armi.
Il killer di Fidene:
Viveva in una casa iniziata e mai finita Claudio Campiti che domenica scorsa ha fatto fuoco nel gazebo di via Monte Gilberto mentre era in corso la riunione del consorzio di Valle Verde. È entrato ed ha chiuso la porta alle sue spalle, camminando verso la dirigenza del consorzio. Poi ha fatto fuoco. Tre donne, Sabina Sperandio, Nicoletta Galisano ed Elisabetta Silenzi sono morte sul colpo. Tre i feriti: una di loro è morta ieri sera, dopo due giorni di agonia. Oltre a lei sono rimaste ferite altre due persone, una donna di 80 anni e un uomo di 67. È stato lui, Silvio Paganini, che ha disarmato il killer. Nella colluttazione, però, è partito uno sparo ed è stato colpito alla guancia: "Ho agito d'istinto, no chiamatemi eroe", ha dichiarato a Fanpage.it.
Claudio Campiti e il rapporto con il consorzio
Non appena entrato, impugnando la pistola prelevata dal poligono di Tor di Quinto, Claudio Campiti avrebbe urlato: "Vi ammazzo tutti". Era pronto a fare una strage, come dimostrerebbe anche l'elevato numero di proiettili che aveva con sé.
Da tempo Campiti nutriva un profondo astio nei confronti dei consorziati e più volte aveva condotto un comportamento minaccioso e violento. Nel suo blog aveva scritto numerose invettive contro Valleverde. "Benvenuto all'inferno", si legge aprendo la pagina web. Come hanno raccontato i residenti, inoltre, aveva anche minacciato di sparare ai bambini.