Stella è la prima bambina che porterà la minimacchina di Santa Rosa: “Un sogno che si avvera”
"Sono emozionata, è un sogno che si avvera". Stella Terzoli ha unidici anni e il primo settembre entrerà nella formazione mista di bambini e bambine che quest'anno per la prima volta insieme e senza distinzioni di genere o etnia porteranno la minimacchina Centro Storico di Santa Rosa. Figlia di un facchino di famiglia Viterbese, ha realizzato il desiderio di diventare una minifacchina e chissà, forse un giorno trasporterà anche la grande macchina che ogni 3 settembre sfila luminosa sfiorando i tetti sorretta a spalla da un centinaio di uomini tra le strade di Viterbo. "Ha fatto tutto da sola, mi ha stupita – racconta commosso papà David, facchino di famiglia viterbese – Al capofacchino del Sodalizio Sandro Rossi ha confidato il suo sogno e nel tempo la cosa ha preso piede. Con il sostegno del presidente della minimacchina Centro Storico Gianni Baiocco, che ha sempre creduto nell'inziativa e che insieme al Comitato Centro Storico stavano lavorando e discutendo su questa eventualità già da diversi anni".
"Fare aggregazione e mantenere vivo il culto di Santa Rosa"
Le minimacchine sono delle miniature della grande macchina di Santa Rosa e le hanno i tre quartieri viterbesi di Pilastro, Santa Barbara e Centro Storico, quest'ultima è nata cinquantacinque anni fa, quando dei ragazzi hanno messo insieme una costruzione fatta di cartoni. Da lì è partito tutto, arrivando negli anni fino a 230 bambini. Gianni Baiocco, presidente della minimacchina Centro Storico, spiega com'è nata l'idea di coinvolgere anche le bambine: "Dal comitato Centro Storico circa cinque anni fa, a darci lo spunto è stato vedere le bambine vestite da minifacchini tra la gente alla festa di Santa Rosa. Poi c'è stata la pausa imposta dal Covid e finalmente l'idea si è concretizzata con il sostegno e l'appoggio del Sodalizio. Non abbiamo meriti particolari – chiarisce – vogliamo semplicemente essere inclusivi. Lavoriamo per la comunità, cercando di trasmettere dei sani principi. Nel nostro gruppo abbiamo bambini anche di diverse etnie, perché la festa è anche per loro, lo spirito finale è quello di portare associazionismo e aggregazione. Il fatto che vengano coinvolte anche le bambine per noi è una cosa scontata, che è accaduta in maniera spontanea e naturale, proprio per dare a tutti le stesse possibilità e senza fare differenze. Il significato delle minimacchine è lavorare insieme per diffondere, condividere, mantenere vivo nel tempo l'amore per Santa Rosa e tramandare questa tradizione alle nuove generazioni".
L'addestramento dei bambini e delle bambine
I bambini e le bambine che trasportano la minimacchina del Centro Storico hanno un'età compresa tra i sei e i quattordici anni, abitano a Viterbo o nella sua provincia. L'addestramento va dal primo al 31 agosto. Il numero dei bambini varia a seconda del tratto in cui si trova a passare la macchina e sono circa 44. Il percorso è simile a quello della grande macchina di Santa Rosa, con partenza da piazza Dante, via Mazzini, piazza delle Erbe, via Saffi, via Cavour fino ad arrivare poi al santuario di Santa Rosa che è il traguardo principale, per poi tornare al punto di partenza. Alessandro Lucarini, l'istruttore dei ragazzi della minimacchina Centro Storico spiega come si svolge la preparazione: "Tutti seguono gli stessi esercizi lavorando insieme senza distinzioni, con momenti di aggregazione. L'allenamento consiste nella marcia, poi vengono inserite le prove con i cavalletti ed il carico, per permettere loro di prendere confidenza con il trasporto. Il peso varia a seconda del ruolo che ricoprono e dipende dall'età: dai più piccoli e le più piccole che portano i cavalletti sui quali si appoggia la macchina nelle varie soste ai più grandi che sostengono la struttura con 10 chili a testa, l'equivalente di uno zaino di scuola".