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La morte di Stefano Dal Corso in carcere

Stefano Dal Corso morto in cella: dopo sette richieste respinte la procura autorizza l’autopsia

La procura di Oristano ha autorizzato l’autopsia sul corpo di Stefano Dal Corso, il detenuto morto in cella in circostanze poco chiare il 12 ottobre 2022.
A cura di Natascia Grbic
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La procura di Oristano ha dato l'ok all'autopsia sul corpo di Stefano Dal Corso, il detenuto morto in circostanze poco chiare il 12 ottobre 2022 nel carcere di Oristano. La decisione, annunciata durante una conferenza stampa al centro sociale Astra al Tufello, quartiere dove viveva il giovane, arriva dopo che sette richieste degli avvocati della famiglia erano state rifiutate.

"Abbiamo una cosa importante da dirvi dopo un anno e due mesi dolorosi – ha annunciato la sorella di Stefano Dal Corso, Marisa – dalla procura di Oristano ci hanno comunicato di aver accettato la richiesta di autopsia. I traguardi sono quelli a cui arrivi e sei contenta. Non so se sono contenta, potremmo arrivare a una verità ma quel corpo che sarà aperto è il corpo di mio fratello: c'è felicità ma c'è anche molto altro. I medici legali si dovranno accordare per delle date, adesso aspettiamo questo fine anno e andiamo avanti, sperando di arrivare a quella verità tanto attesa".

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"Non ho mai creduto al suicidio – ha dichiarato l'avvocata della famiglia Dal Corso, Armida Decina – ma ho sempre detto che l'unico elemento che può contestare i dubbi è solamente l'esame autoptico. Mi ha sorpreso, nella richiesta del pubblico ministero di procedere con l'autopsia, il veder cambiare il provvisorio capo di imputazione: non abbiamo più l'ipotesi di omicidio colposo, ma di omicidio volontario. E cambia lo scenario di ciò che si era paventato fino a oggi. Voglio ringraziare la procura, noi non abbiamo mai accusato nessuno, ma detto sempre che quello accaduto a Oristano non è cosa pacifica".

"La procura deve essere dalla nostra parte – ha dichiarato Valentina Calderone, garante dei detenuti di Roma, ricordando anche il caso di Marcello Lonzi, il 29enne morto nel carcere di Livorno ufficialmente ‘per un forte infarto' ma il cui corpo recava chiaramente i segni di un pestaggio  – e invece la sensazione in queste vicende è che la procura giochi contro l'accusa. Qual è il discrimine per decidere di fare le autopsia? Se una persona muore nelle mani dello Stato bisogna approfondire. Una morte all'interno dell'istituto penitenziario non può essere derubricata a causa di morte x".

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