Starbucks apre a Roma, oggi l’inaugurazione: “Per vederlo 4 ore di viaggio, rappresenta lo stile Usa”
“Non bevo caffè, sono partito da Teramo questa mattina alle 6:30, perché per me Starbucks rappresenta lo stile di vita americano, non potevo perdermi per nulla al mondo questa apertura”. Daniele, 23 anni, racconta così la sua attesa prima di entrare nel nuovo store del colosso americano del caffè che ha aperto a Roma, a due passi da Montecitorio, in via della Guglia.
Una nuova caffetteria, 400 metri quadri su due piani e 80 posti a sedere, che dà lavoro a 30 persone. Il caffè americano che sbarca nella città dove il caffè è una pausa velocissima tra un appuntamento e l’altro, un occasione per vedersi. È piena di tante persone come Daniele la fila nel nuovo Starbucks. Una fila costante che va avanti tutta la mattina per vedere quello che a Milano ha aperto già da qualche anno.
Per lanciare il nuovo store un bicchiere personalizzato per l’evento. Lo ha preso Marco, 55 anni, che lavora in zona. “Non è solo una questione di caffè per me, Starbucks porta una cultura diversa, non è un semplice bar, ma un posto dove posso portare il computer e lavorare, in Italia è raro trovare posti così.”
È il punto di forza della catena, anche secondo Martina, 23 anni, studentessa di design, che con il suo gruppo di amiche è venuta per fare una foto con il bicchiere iconico, spesso con il nome sbagliato scritto sopra. “C’è il Wi-Fi, il caffè, e possiamo studiare tutte insieme per il prossimo esame di design.”
Tra chi aspetta anche 30 minuti per entrare ci sono anche coloro che amano il caffè italiano ma non vogliono perdersi la tazza “Been There” con scritto Roma. Una trovata di marketing che assomiglia a quella degli Hard Rock Cafè, ogni città ha la propria. “Le colleziono in ogni città dove trovo Starbucks, e prendere quella di Roma il giorno dell’apertura è un colpo di fortuna” dice Shanon, statunitense in vacanza a Roma, “Ma il caffè preferisco quello del bar italiano”.
I bar vicini non vedono nell’apertura della catena americana una minaccia. Tra chi ironizza sul fatto che durerà poco e chi crede che sia una fortuna. “Il caffè lo facciamo più buono noi”, dice Margherita che lavora in un bar poco lontano. "Vedrai che non dura tanto”, le fa eco Rita di un bar storico della zona, “finalmente ci leviamo un po’ di turisti”.
A confermare quello che dice Rita, c'è Carolina, messicana in vacanza nella città eterna. “Non mi piace il caffè italiano e avere Starbucks a Roma è un modo per ritrovare la mia abitudine ogni volta che sono in qualche capitale europea, è un po’ come avere sempre lo stesso gusto ovunque vada”.
E mentre su via del Corso si iniziano a vedere i primi gruppi di ragazzi con il bicchiere di caffè Starbucks in mano, ragazze che fanno foto per Instagram e gruppi di persone che cercano un po’ di New York a Roma, Vincenzo Catrambone, General Manager di Starbucks Italia annuncia che a breve, nel giro di qualche settimana, nella Capitale ci saranno altre aperture, una di queste anche alla stazione Termini.