Stadio Flaminio, resta solo la Lazio: perché il progetto Roma Nuoto è stato bocciato da Gualtieri

La giunta capitolina guidata dal sindaco Roberto Gualtieri ha bocciato il progetto della Roma Nuoto per la riqualificazione dello stadio Flaminio: non c'è "pubblico interesse". Al momento, per l'impianto romano abbandonato resta soltanto lo studio preliminare presentato dalla Lazio di Claudio Lotito. Ma perché il Comune di Roma ha bloccato il progetto della Roma Nuoto?
La giunta, il cui parere adesso passerà al vaglio dell'Assemblea Capitolina, ha scritto nel testo della delibera che "pur emergendo dai pareri resi in conferenza dei servizi preliminare, nonché dalla relazione istruttoria del responsabile del procedimento, la realizzabilità tecnica della proposta, pur nel rispetto delle prescrizioni del Dipartimento Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda Direzione Sport impartite e attraverso il necessario adeguamento del piano economico finanziario, non si ravvisa la rispondenza della stessa all'interesse pubblico".
Flaminio, no al progetto Roma Nuoto: le motivazioni della giunta
Le ragioni del no sono ampiamente motivate dalla giunta. La prima è relativa al fatto che la proposta della Roma Nuoto non restituirebbe alla città "la funzione primaria per la quale l'impianto sportivo è stato progettato e, cioè, quella di Stadio". In altre parole, secondo Roma Capitale il Flaminio deve restare principalmente uno stadio.
Il Comune ricorda che il Flaminio è stato costruito in occasione delle Olimpiadi del 1960 a Roma sulla base di un progetto dell'architetto Pierluigi Nervi e giudicato "opera di eccellenza". L'impianto aveva una capienza iniziale di 42mila spettatori che successivamente fu ridotta a 22mila per l'adeguamento alle norme di sicurezza.
Lo stadio, il palazzetto dello Sport e il viadotto di Corso Francia, le tre opere di Nervi per le Olimpiadi, rappresentano secondo il Comune "un sistema unitario che va considerato tale anche in previsione delle strategie di conservazione e valorizzazione all'interno di un tessuto urbano, impegnato in profonde trasformazioni".

Lo studio di fattibilità presentato, spiega ancora la giunta capitolina, "pur preservando la struttura architettonica dell'impianto come progettata da Nervi per le Olimpiadi del 1960, ne snatura l'identità di Stadio, proponendo per un arco temporale molto lungo (99 anni) un modello di utilizzo connesso a nuove funzioni commerciali e sportive, con creazione di nuovi spazi e aree sotto il campo di calcio, privilegiando, pertanto, la polifunzionalità delle attività introdotte rispetto all'utilizzo storico".
Lo stadio Flaminio promesso per gli Europei 2032
La seconda motivazione del parere negativo riguarda il fatto che la proposta non valorizzerebbe la vocazione del Flaminio quale grande impianto sportivo. Attualmente, infatti, l'impianto rientra in quelli di grandi dimensioni eche sono idonei allo svolgimento di eventi sportivi di rilevanza nazionale ed internazionale nonché ad attività di spettacolo. In questo spirito, l'amministrazione capitolina ha approvato la candidatura di Roma Capitale ad ospitare i Campionati Europei UEFA del 2032 e ha assicurato la disponibilità dello Stadio Flaminio come struttura di allenamento.
Il progetto Roma Nuoto: piscine e campi da tennis al Flaminio
Ancora, la proposta non sarebbe "coerente con l'utilizzo sportivo dello Stadio consolidatosi dal momento della sua realizzazione". Il progetto della Roma Nuoto, spiega la giunta, "depotenzia, di fatto, la funzionalità dello Stadio Flaminio a quella di impianto polifunzionale, caratterizzandosi la medesima per la pluridisciplinarità delle attività sportive previste, le quali, peraltro non arricchiscono l'offerta sportiva del quadrante territoriale di riferimento, essendo ivi già presenti numerosi impianti sportivi presso i quali si praticano arti marziali, fitness, atletica, dotati di campi da calcio, campi da tennis e padel, nonché di palestre polivalenti e piscine".
Posti limitati per gli spettatori, soltanto 7500
Il progetto Roma Nuoto, insiste la giunta, "depotenzia le funzionalità dello Stadio in virtù della riduzione del numero dei posti e della introduzione di funzioni di carattere commerciale". La proposta prevede infatti la riduzione della capienza degli spettatori a soli 7.500 posti e questo limiterebbe la possibilità di ospitare competizioni sportive di livello ed escluderebbe l'utilizzo della struttura anche per manifestazioni culturali e artistiche.
In questo senso non risulterebbe "corrispondente all'interesse pubblico la riduzione della capienza a soli 7.500 posti, per l'introduzione di funzioni sportive non innovative per il quadrante di riferimento in cui insiste lo stadio, nonché di funzioni commerciali non rilevanti per il territorio, che pregiudicano la vocazione storica e funzionale del bene. Peraltro, la proposta di uno stadio per le donne con una capienza ridotta non collima con l'idea di sviluppo di un luogo iconico, da sempre Stadio della città con rilevanza nazionale ed internazionale, né esprime il potenziale della stessa categoria femminile, considerata la crescita e l'evoluzione, socioeconomica e normativa, del calcio femminile".
Il Flaminio dovrà ospitare grandi eventi e concerti
Infine, la proposta depotenzierebbe "le funzionalità dello Stadio quale polo attrattore culturale". In questo stadio, infatti, si sono svolti concerti di artisti nazionali e internazionali, come Baglioni, U2, Duran Duran, Prince. "in coerenza con la centralità strategica che questa Amministrazione attribuisce ai grandi eventi, si ritiene che lo Stadio Flaminio debba poter tornare ad essere un luogo iconico per lo sport, ma anche un polo di attrazione culturale, musicale, di eventistica, un palcoscenico per spettacolari performances sportive, ma anche un luogo in cui si raccontano storie di unità, competizione ed innovazione, diventando nel contempo un simbolo di speranza e resilienza", è il parere dell'amministrazione.