video suggerito
video suggerito

Stadio della Roma, parla l’assessore Veloccia: “Tanti possibili imprevisti, ma in 5 anni si può fare”

Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, intervistato da Fanpage.it: “Lo stadio della Roma a Pietralata è un progetto molto complesso, un progetto che ha tanti possibili imprevisti, come quando si gioca a Monopoli. È evidente che se si superano tutti gli imprevisti in modo positivo i tempi tecnici ci sono, come la stessa Roma ha dichiarato”.
A cura di Enrico Tata
62 CONDIVISIONI
Immagine

L'As Roma ha presentato lo studio di fattibilità del nuovo stadio della Roma a Pietralata. Un progetto che, nelle intenzioni della società, potrebbe diventare realtà nel 2027, anno del centenario della nascita dell'As Roma. Fra cinque anni, quindi, la squadra giallorossa potrebbe abbandonare lo stadio Olimpico per giocare nel nuovo impianto di proprietà. Abbiamo chiesto all'assessore all'Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia, quali sono i prossimi passaggi tecnici e se questo traguardo sia realistico o meno.

Quali sono adesso i prossimi passaggi?

Una prima analisi dello studio di fattibilità attraverso la conferenza dei servizi preliminare, in cui Roma Capitale convocherà tutti gli enti interessati, sia internamente, quindi i dipartimenti di Roma Capitale, sia esternamente, per esprimere un parere. Ci sono 15 giorni di tempo per chiedere integrazioni documentali e probabilmente ci sarà un incontro con l'As Roma per presentare il progetto e rispondere a eventuali chiarimenti da parte degli altri enti. E poi ci sarà questa conferenza preliminare che si dovrà esprimere entro 90 giorni. Se il risultato sarà positivo, a quel punto subentrerà la politica, che dovrà decidere in Assemblea capitolina se se ci sia o meno un interesse pubblico rispetto a questa proposta. Qualora l'Assemblea capitolina votasse la delibera in tal senso, si avvierà la seconda fase, che è quella della consegna del progetto definitivo da parte dell'As Roma. Ci sarà a quel punto la conferenza dei servizi, a quel punto decisoria, che dovrà approvare definitivamente il progetto. Trattandosi di aree pubbliche, il progetto dovrà essere sottoposto a una competizione aperta, nel senso che ci potrebbero essere soggetti diversi dal proponente che vogliono partecipare e vogliono quindi far loro quel progetto, oppure farne un altro migliorativo. E dopo questa fase si avrà, se tutto andrà bene, l'avvio della vera e propria esecuzione dell'opera.

Lo stadio diviso in sette settori (più il settore ospiti)
Lo stadio diviso in sette settori (più il settore ospiti)

Inaugurazione entro il 2027, anno del centenario dell'As Roma? È realistico?

È un progetto molto complesso, un progetto che ha tanti possibili imprevisti, come quando si gioca a Monopoli. È evidente che se si superano tutti gli imprevisti in modo positivo i tempi tecnici ci sono, come la stessa Roma ha dichiarato. Noi dobbiamo essere bravi come amministrazione comunale ad aiutare il proponente a risolvere i problemi di carattere amministrativo. Loro devono essere bravi, ovviamente, a realizzare le opere. È evidente che qualsiasi imprevisto dovrà essere gestito e quindi da questo punto di vista ho detto è inutile fare delle previsioni scientifiche, dato che abbiamo ancora tanti ostacoli da superare.

Quali sono le differenze con il progetto di Tor di Valle?

Il progetto di Tor di Valle era differente perché trasformava un pezzo di città non edificata. Era fuori dal complesso urbanizzato e quindi ovviamente era necessario prevedere tantissime opere di urbanizzazione. Quindi non c'era solo lo stadio, ma c'era anche tanto altro. Questo di Pietralata è un progetto completamente diverso, che è già dentro alla città, già all'interno di un'area urbanizzata. Non richiede dunque un numero elevato di opere complementari. E soprattutto è un progetto che non richiede delle cubature esterne per far tornare i conti. È sostanzialmente uno stadio con poco più che si inserisce all'interno di un tessuto urbanizzato della città. Noi riteniamo che esso possa anche agevolare la riqualificazione di un intero quadrante che da troppi anni aspetta di essere riqualificato. Quell'area potrà diventare un quadrante legato allo sport e al tempo libero, ma anche alla ricerca e alla cultura grazie al campus universitario.

Il progetto del nuovo stadio della Roma
Il progetto del nuovo stadio della Roma

Dal punto di vista del traffico, le soluzioni studiate sono valide?

Ovviamente il tema trasporti storico è un tema. È evidente che quel quadrante è forse quello meglio servito di Roma in termini di trasporto pubblico su ferro. Noi abbiamo soltanto la stazione di Quintiliani, ma abbiamo tre o quattro stazioni che sono vicine, abbiamo anche l'alta velocità con la stazione Tiburtina. È evidente, tuttavia, che non basta. Non basta perché c'è vicino l'ospedale Pertini, non basta perché bisogna ovviamente garantire anche dei percorsi carrabili in termini di sicurezza e di accessibilità. Questo è uno dei temi che  la Roma ha affrontato nello studio, vedremo con quali esiti. Con questa prima conferenza dei servizi sapremo se su questo tema vi sia stato un approfondimento esaustivo o meno. Sicuramente ci saranno delle prescrizioni per il progetto definitivo.

Come si immagina la città di Roma fra 10 anni?

Immagino una città che sia cambiata nel modo di interpretare la vita al suo interno. Il grande tema dei prossimi decenni è legato al fatto che le persone continueranno a vivere nelle città. Non è vero che il Covid ha portato a una forza centrifuga verso l'esterno. Le città, inoltre, stanno cambiando anche dal punto di vista climatico: Roma tra cinquant'anni avrà il clima di Tunisi e quindi dovrà essere in primo luogo una città capace di adattarsi ai cambiamenti, una città che si sia riposizionata nello scacchiere mondiale e che abbia recuperato quel ruolo centrale. E quindi i grandi eventi, l'Expo e il Giubileo, saranno delle straordinarie occasioni per portare investimenti, ma anche per portare milioni di cittadini europei e di turisti internazionali in città. Mi immagino anche una città che abbia in qualche modo superato le tante differenze al suo interno: dentro Roma Capitale ci sono tanti quartieri, tante differenze. Io immagino una città più giusta, se vogliamo chiuderla con una frase, quindi una città dove non ci siano differenze insuperabili, abissali tra chi nasce da una parte e chi nasce da un'altra parte della città. È questo gap che dobbiamo assolutamente affrontare e risolvere.

E nei prossimi 5 anni? Come cambierà la Capitale? Cosa vuole lasciare l'amministrazione Gualtieri ai cittadini? 

Le trasformazioni urbanistiche non sono misurabili in un anno. Noi, però, abbiamo gettato le basi. Se vinceremo l'Expo, per fare un esempio, il quadrante Est della città, dove c'è l'università di Roma Tor Vergata, verrà completamente rivoluzionato. Si sanerà un problema enorme e si riuscirà a realizzare una delle centralità urbane che erano previste dal piano regolatore di 15 anni fa e che ancora oggi non sono risultate attuate. Se riusciremo con lo stadio a ridare un futuro al quadrante di Pietralata, avremo sanato un altro enorme buco dentro la città, con una vocazione immaginata 30/40 anni fa e mai attuata. Per esempio 330 milioni di Pnrr andranno in tre periferie storiche della città, a Tor Bella Monaca, a Corviale, a recuperare una città dimenticata che è quella del più grande ex ospedale psichiatrico, cioè il Santa Maria della Pietà. Questo significa gettare i semi per cambiare altri tre quadranti di Roma. È del tutto evidente che queste cose non si fanno in un anno, ma si possono avviare e di questo siamo molto orgogliosi.

62 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views