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Stabilimenti in fiamme a Ostia: opera di uno sbandato o ci sono dei mandanti? Quello che non torna

Ci sono diverse cose che non tornano nella confessione del 24enne fermato. Ad esempio: come ha fatto a bruciare cinque stabilimenti in 45 minuti percorrendo a piedi tre chilometri? E chi gli ha fornito uno zaino con martelli e una sega elettrica?
A cura di Redazione Roma
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Il Consiglio di Stato dà il semaforo verde ai bandi del comune sugli stabilimenti balneari, e  poche ore dopo ben cinque stabilimenti vengono dati alle fiamme. Sono il Vittoria, Arcobaleno, Salus, Plinius ed Elmi. I giorni precedenti a venire incendiati erano stati i due stabilimenti dei rappresentanti più in vista del fronte dei balneare: Le Dune di Renato Papagni, storico presidente di Federbalneari, e il Belsito gestito da Edoardo Moscara, leader del Sindacato Italiano Balneari. Troppo per pensare a delle coincidenze. Sette stabilimenti colpiti da incendi dolosi, di cui cinque tutti nella stessa notte.

"Ero triste, l'ho fatto solo perché mi annoiavo". Il 24enne fermato, A.M. le iniziali del suo nome, è stato fermato poco dopo gli ultimi roghi e ha confessato candidamente che si è stato lui a dare fuoco a cabine e rimesse per ombrelloni. Si voleva divertire ha detto, asserendo più volte di avere agito da solo.

Ora le forze dell'ordine stanno lavorando sugli ultimi spostamenti del giovane, che non ha social né avrebbe un telefono cellulare. Ha raccontato che dormiva in spiaggia e di essere arrivato da Roma dove si spostava da una stazione all'altra per dormire negli ultimi tempi, dopo aver tagliato i ponti con una famiglia difficile.

Ma è possibile che abbia agito da solo? Di questo gli inquirenti non sono per nulla certi, e sono convinti che siano troppe le incongruenze in quel racconto. Prima di tutto: i roghi sono scoppiati scoppiati quasi nello stesso momento, con 45 minuti di distanza tra il primo allarme e l'ultimo, lungo una striscia di spiaggia di poco più di tre chilometri. Difficile davvero pensare che abbia fatto tutto da solo.

E poi perché il fermato aveva uno zaino con all'interno alcuni attrezzi, una sega elettrica e un martello, bombole spray con cui presumibilmente ha appiccato gli incendi. Se si è trattato solo di noia, perché aveva tutti gli strumenti per appiccare le fiamme? E soprattutto qualcuno glieli ha forniti?

C'è un'altra circostanza, riportata oggi dal quotidiano il Messaggero, piuttosto inquietante. Che il 24enne sia uno sbandato non sembrano esserci particolari dubbi, così come la possibilità che sia stato reclutato non sarebbe ancora stato scartata, ma sarebbe emerso anche che è un grande appassionato di armi. Una vera e propria fissazione per calibri, modelli e caratteristiche, tanto da renderlo in grado di snocciolare informazioni di ogni tipo alla sola vista di una foto.

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