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Spunta una nuova vittima di Carlo Bravi: “Mi ha operata al seno quattro volte, il mio corpo devastato”

Il chirurgo estetico romano, indagato per omicidio colposo per la morte di Simonetta Kulfus, avrebbe operato negli anni altre donne con gravi conseguenze. Il racconto di una donna che si è sottoposta a una mastoplastica addittva nel 2024: “MI hanno salvato al pronto soccorso, il mio seno oggi è completamente compromesso”.
A cura di Redazione Roma
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Spunta fuori un'altra donna che ha subito gravi conseguenze per essere stata operata da Carlo Bravi, il chirurgo estetico imputato in quattro distinti procedimenti dalla Procura di Roma, compreso quello per omicidio colposo in relazione alla morte di Simonetta Kulfus, la donna morta il 18 marzo a seguito di un'operazione di liposuzione dopo 12 giorni di calvario. Negli altri tre procedimenti a suo caricotre procedimenti a suo carico il medico è imputato sempre per presunti errori medici che avrebbero portato comportato conseguenze permanenti per le sue pazienti.

La storia M.Y. è raccontata oggi dal quotidiano la Repubblica, e inizia il 1 febbraio del 2024 quando viene operata dal chirurgo romano. La donna lavorava come badante e facendo le pulizie. Attratta dal prezzo tutto sommato abbordabile dell'operazione proposta da Bravi (3.500 euro, rigorosamente in nero), sceglie di sottoporsi a una mastoplastica additiva. La donna ha origini cubane, da molto tempo risiede in Italia, in particolare in quel momento vive e lavora a Prato.

"Il primo intervento è andato male. Tornata a Prato, dopo pochi giorni la protesi del seno destro è fuoriuscita", racconta la donna che ora, vedendo l'uomo che l'ha operata finire su tutti i giornali, ha trovato il coraggio di intraprendere un'azione legale. All'epoca non sa che quella prima operazione è solo l'inizio. Qualche giorno dopo infatti torna nella capitale: Bravi si offre di operarla di nuovo per rimediare a quanto accaduto.

Ma la situazione, dopo la seconda operazione non migliora, anzi peggiora. In tutto tornerà nello studio del chirurgo quattro volte "per operazioni sempre sullo stesso seno" e "ogni volta lo stesso risultato: la protesi fuoriusciva". "I miei seni erano infetti", racconta la donna, che infine decide dopo sei mesi di interventi di andare al pronto soccorso. Qui le protesi le vengono rimosse e si inizia a curare la grave infezione.

"Non ho potuto lavorare per un anno e mezzo. Faccio le pulizie, e in quelle condizioni fisiche era impossibile. Ma il peggio è stato vedere il mio corpo devastato. In ospedale hanno fatto il possibile per salvarmi, ma l’aspetto estetico non era la priorità. Oggi il mio seno è completamente compromesso", conclude.

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