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Sprecati 90 milioni di soldi pubblici per comprare la Torre dell’Eur: Raggi e Zingaretti indagati

La Procura della Corte dei conti ha notificato 37 inviti a dedurre ad altrettante persone e tra queste ci sono anche l’attuale sindaca di Roma, Virginia Raggi, e il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Ipotizzato un danno erariale da 90 milioni di euro nell’ambito dell’acquisto, da parte della ex Provincia di Roma, di una delle torri dell’Eur, che avrebbero dovuto ospitare tutti gli uffici dell’ente.
A cura di Enrico Tata
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Foto Parsitalia - le Torri dell'Eur
Foto Parsitalia – le Torri dell'Eur

Il nome di Luca Parnasi, costruttore romano arrestato nel 2018 nell'ambito dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma, è legato anche a un'altra vicenda giudiziaria che pesa, da anni, sui bilanci della Città Metropolitana di Roma e per la quale nel mirino di chi indaga sono finiti anche Nicola Zingaretti e Virginia Raggi. Si tratta dell'acquisto da parte della Provincia, avviato nel 2007 dall'allora presidente Enrico Gasbarra, di un grattacielo da 32 piani di proprietà di Parnasi all'Eur. Una delle due torri davanti al centro commerciale Euroma 2, che avrebbe dovuto ospitare tutti gli uffici della Provincia. Al momento per l'accordo, ha constatato la Corte dei Conti che ora sta indagando sulla questione, il palazzo "risultava inagibile e non fruibile agli scopi pubblici a cui doveva essere destinato". Tra l'altro già si parlava della possibilità di eliminare le province, cosa che poi si è puntualmente verificata. La Corte dei Conti si è mossa in seguito a un esposto presentato dai 5 Stelle Emanuele Dessì ed Enrico Stefàno e ora contesta quasi 90 milioni di euro sprecati a 37 persone, tra cui politici, tecnici e amministratori: tra gli indagati ci sono l'ex presidente della Provincia di Roma e ora segretario del Pd e presidente della Regione, Nicola Zingaretti, l'attuale sindaca di Roma, Virignia Raggi, ma anche consiglieri del Movimento 5 Stelle, una parlamentare del Pd, ex assessori regionali e provinciali. Tutti hanno colpe, secondo la Corte dei Conti: chi ha proposto l'acquisto, ma anche chi costituì per l'acquisto un fondo immobiliare ad hoc nel quale confluirono molti palazzi di proprietà della Provincia e che serviva come garanzia per finanziare l'acquisto della torre (i cui tempi di consegna, tra l'altro, si allungarono di molto fin da subito, ma la Provincia dovette comunque continuare a pagare gli affitti per le sedi).

Le indagini della Corte dei Conti

Secondo i magistrati della Corte dei Conti quel fondo era in conflitto di interesse palese con il fondo venditore e finì per favorire Parnasi, che in quel periodo aveva pesanti debiti e in questo modo potè ripianarli. In secondo luogo il fondo fu finanziato più volte, al fine di evitare guai peggiori, e anche durante l'amministrazione Raggi, che oltre a essere sindaca di Roma è tuttora anche presidente della Città Metropolitana. "Il fondo  – nelle parole dei magistrati – ha prodotto fin dalla sua istituzione un importante squilibrio finanziario, per la cui copertura sono a rischio di vendita all'incanto tutti gli immobili pubblici conferiti al suo interno". Secondo la Corte dei Conti i 90 milioni di euro contestati sono in parte, 69 milioni, il denaro utilizzato per fare fronte agli oneri gestionali del fondo e in parte, 20 milioni circa, i soldi spesi per gli affitti e in generale per la nuova sede e che quindi potevano essere evitati.

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