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Spari in spiaggia a Torvaianica, paralizzato dal collo in giù il 38enne vittima dell’agguato

Le condizioni dell’uomo sono ancora molto serie, ieri sera è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Il 38enne è al momento ricoverato nel reparto terapia intensiva neurochirurgica del San Camillo, ma in giornata verrà trasferito in quella post shock e traumi. Appena le condizioni lo permetteranno sarà ascoltato dai carabinieri di Pomezia.
A cura di Natascia Grbic
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Selavdi Shehaj, l'uomo di 38 anni vittima ieri mattina di un agguato nella spiaggia di Torvaianica, è vigile e intubato ma al momento paralizzato dal collo in giù. Immediatamente ricoverato all'ospedale San Camillo di Roma, è stato sottoposto a due interventi chirurgici, il secondo dei quali per ridurre la pressione causata dal proiettile al midollo spinale. Si trova nella terapia intensiva neurochirurgica del San Camillo, ma in giornata verrà trasferito in quella post shock e traumi. Non appena le sue condizioni lo permetteranno, sarà ascoltato dai carabinieri della compagnia di Pomezia. I militari sperano che Shehaj possa fornire informazioni utili alle indagini sui due uomini che ieri mattina alle 10.40 hanno fatto irruzione sulla spiaggia di Torvaianica aprendo il fuoco contro il 38enne.

Agguato a Torvaianica, spari in mezzo ai bagnanti

Obiettivo dei due sicari, era ucciderlo, non ferirlo. Shehaj, marito della titolare dello stabilimento Bora Bora con numerosi precedenti penali alle spalle, è stato colpito al collo e alla schiena. Stramazzato a terra, tra le urla dei bagnanti che hanno iniziato a scappare dalla spiaggia, forse si è salvato proprio per il fuggi fuggi generato dagli spari. L'uomo che lo ha colpito con due colpi ravvicinati è quindi corso di nuovo verso il complice che lo aspettava sul motorino ed è fuggito. Il 38enne, soccorso dall'eliambulanza, è stato portato d'urgenza all'ospedale San Camillo di Roma, dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.

Spari in spiaggia, caccia ai sicari

La pista principale seguita dagli inquirenti è quella del regolamento di conti probabilmente collegato al passato di Shehaj, che ha precedenti per spaccio. S'indaga quindi negli ambienti della criminalità organizzata romana, anche se al momento i due che gli hanno teso l'agguato non hanno ancora un nome. Sembra, inoltre, che davanti lo stabilimento non ci siano telecamere: i due sicari, al momento, non hanno ancora un volto e un nome.

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