Spara e uccide la moglie nel quartiere Trieste, pena ridotta in appello
Ha ucciso la moglie settantatreenne con due colpi di pistola nel giugno del 2022 nel quartiere Trieste. Condannato in primo grado all'ergastolo per il femminicidio di Caterina D'Andrea, la corte di Appello ha ridotto la pena nei confronti del settantottenne Pietro Bergantino: dovrà scontare una pena di 24 anni.
Il femminicidio di Caterina D'Andrea a Roma
I fatti risalgono al 22 giugno 2022 e sono avvenuti in zona Ponte delle Valli, vicino viale Somalia. Le ha sparato con la sua pistola, detenuta legalmente all'interno della casa in cui abitavano. Dopo aver commesso il femminicidio della moglie, l'uomo, all'epoca settantaseienne, si è recato dal suo legale e gli ha rivelato quanto era avvenuto.
La pistola Glock utilizzato dall'uomo per esplodere i due colpi contro la moglie è rimasta all'interno dell'automobile, una Lancia Y, utilizzata per raggiungere lo studio in via Romeo Romei e parcheggiata lungo la strada.
Poi, accompagnato dallo stesso avvocato, si è presentato in commissariato per costituirsi. Sul posto sono arrivati poliziotti e agenti della scientifica: hanno trovato il corpo della donna, ormai senza vita. Non c'è stato più niente da fare, se non dichiararne il decesso.
La confessione e la sentenza all'ergastolo
Nel corso della sua confessione, inizialmente, ha rivelato di averle sparato per errore e poi di aver deciso di colpirla con un secondo sparo, stavolta volontario, per non farla soffrire. Una versione che, però, non ha convinto i giudici: nel processo di primo grado, lo scorso giugno nei confronti dell'uomo è arrivata la sentenza che lo condannava all'ergastolo.