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La morte dell'ultras Fabrizio Piscitelli a Roma

“Spappolavano e massacravano” chi non pagava la coca: chiesti 400 anni per gli uomini di Diabolik

Sono state chieste condanne che vanno dai 6 ai 18 anni di carcere per gli uomini appartenenti al gruppo criminale capeggiato da Fabrizio Piscitelli, leader degli Irriducibili e boss della capitale. Sono accusati di aver riempito Roma di cocaina e gestito numerose piazze di spaccio, oltre a picchiare e intimidire chiunque non pagasse i propri debiti.
A cura di Natascia Grbic
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I pubblici ministeri Nadia Plastina ed Edoardo De Santis hanno chiesto in totale 400 anni di carcere per il gruppo criminale capeggiato da Fabrizio ‘Diabolik' Piscitelli. Si tratta di pene che vanno dai 6 ai 18 anni di reclusione per i 37 imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Le accuse sono a vario titolo associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga aggravata dal metodo mafioso, estorsione, riciclaggio e possesso di armi. Decisive, per l'aggravante del metodo mafioso, le indagini sul ruolo di Diabolik come garante della pax mafiosa tra il clan Spada e quello del napoletano Marco Esposito, detto ‘Barboncino'. Nessuna richiesta di condanna ancora per Fabrizio Fabietti, i cui legali – secondo quanto riportato da la Repubblica – hanno presentato una richiesta di ricusazione su cui deve ancora essere presa una decisione.

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Sgominata banda di Diabolik, oltre 50 gli arresti

Oltre 50 persone sono state arrestate a novembre 2019 nell'ambito dell'operazione ‘Grande Raccordo Criminale'. Secondo gli inquirenti Diabolik era il leader del gruppo e, grazie ai rapporti stretti con la ‘ndrangheta, era in grado di movimentare grosse partite di droga dal Sud America piazzandole nella capitale e rifornendo numerosi gruppi criminali a Tuscolana, Bufalotta, San Basilio, Tor Bella Monaca, Colli Aniene, Ostia, Romanina, Primavalle e nell'hinterland. Proprio la scalata di Piscitelli come narcotrafficante potrebbe essere la motivazione dietro il suo omicidio. Braccio destro dell'organizzazione, secondo gli inquirenti, è Fabrizio Fabietti. Nell'inchiesta sono coinvolti anche alcuni membri degli Irriducibili, accusati di svolgere il ruolo di picchiatori su ordine di Diabolik.

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Come Diabolik ha inondato Roma di cocaina

Quella messa in piedi da Diabolik e Fabietti non era una piccola banda criminale dedita allo spaccio nelle piazze della capitale, ma una vera e propria organizzazione ramificata in tutta Roma. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'associazione poteva contare su un flusso costante di droga proveniente dal Sud America (cocaina da Colombia e Brasile) e dal Nord Africa (hashish dal Marocco). Non c'era un rapporto privilegiato con un gruppo criminale in particolare, l'hashish e la cocaina erano talmente tanti che c'era spazio per tutti negli affari, camorra o ‘ndrangheta che fosse. Chi non pagava, o aveva debiti, veniva picchiato e minacciato di morte. Per queste operazioni c'era una batteria apposita, di cui facevano parte alcuni soggetti provenienti dagli ambienti dello stadio e dagli Irriducibili, legati a Diabolik da molti anni.

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