Sottratti beni per milioni di euro a Gina Lollobrigida, ex factotum a processo
L'ex factotum di Gina Lollobrigida è stato rinviato a giudizio con l'accusa di circonvenzione d'incapace. Secondo chi indaga, l'uomo avrebbe preso opere d'arte e cimeli che la diva ha accumulato nel corso di una vita, per rivenderli alle aste e ricavarne del denaro. La notizia è riportata da Il Corriere della Sera. Per l'ex factotum si tratta del secondo rinvio a giudizio: in un altro processo è imputato con l'accusa di aver sottratto a Gina Lollobrigida tre milioni di euro in beni e contanti tra il 2013 e il 2018. In questo processo è stato rinviato a giudizio anche l'ex assistente dell'attrice, che secondo l'accusa aveva trovato la casa d'asta per vendere tutto. Beni dal valore di diverse migliaia di euro che gli avrebbero fruttato un lauto guadagno. A interrompere la vendita dei beni di Gina Lollobrigida, il figlio e il nipote, che hanno denunciato l'ex factotum e l'ex assistente. Le aste sono state bloccate, i beni sequestrati. I due respingono le accuse, dicendo di aver agito con correttezza e di non aver cercato di truffare l'attrice.
Le indagini partite nel 2018
Le indagini sono partite nel 2018, dopo l'ultima denuncia presentata dall'amministratore di sostegno di Gina Lollobrigida. L'uomo aveva scoperto che i beni dell'attrice erano in vendita presso una casa d'aste (ignara del presunto raggiro). Mobili d'arte, specchi, arredi da migliaia di euro, quadri, tavoli, tappeto. Oggetti dal valore altissimo che, secondo l'accusa, l'ex factotum e l'ex assistente volevano vendere per intascarsi il ricavato, convinti che nessuno li avrebbe scoperto. Non solo: avrebbero convinto l'attrice 93enne a firmare tre mandati a vendere per conto di una ex cameriera che lavorava per l'assistente. La donna però, non era a conoscenza di nulla. E così i due sono finiti sotto accusa.