Sopravvive all’ex che uccide sua mamma e sua sorella, parla Desyreé Amato: “Lui una mente diabolica”
"Christian aveva una mente diabolica, ha ucciso mia madre e mia sorella per farmi vivere poi con questo peso". Sono trascorsi quasi sette mesi da quando Desyreé Amato si è salvata miracolosamente dai colpi di pistola dell'ex fidanzato. Era il 13 febbraio 2024, Desyreé si trova nella sua casa a Cisterna di Latina e sta chiudendo la sua relazione con un giovane finanziere, Christian Sodano. A quel punto, secondo quanto emerso, il ragazzo esce di casa e si reca in macchina per prende la sua pistola. Rientra in casa, Desyreé urla e sua mamma e sua sorella (Nicoletta e Renèe) si precipitano nella stanza per capire cosa stava succedendo. Sodano spara e colpisce a morte le due donne accorse dopo aver sentito le grida. Desyreé riesce a fuggire in mezzo ai campi e a chiedere aiuto.
Desyreé oggi accetta di parlare per la prima volta, anche se protetta dall'anonimato. "Non voglio che le persone mi riconoscano per strada, sto cercando di andare avanti e riprendere in mano la mia vita ormai in pezzi". Accanto a lei ci sono, come sempre, il nonno Giovanni e la zia Mariapia, sorella di Nicoletta. Entrambi, insieme al papà di Desyreé, si sono stretti intorno a questa ragazza che a soli 22 anni ha visto morire la madre e la sorella per mano del suo ex.
"La prima persona con cui se l'è presa è mia sorella, praticamente una bambina che non c'entrava niente – si sfoga Desyreé ripensando alla sorella Renèe – ha ucciso due persone innocenti che non c'entravano nulla. Mi porterò il rimorso di non aver ascoltato subito la mia testa – continua ripensando a quanto accaduto nei mesi precedenti – volevo lasciarlo perché non mi trovavo bene con lui, ma mai avrei pensato che sarebbe stato capace di un gesto simile".
Il processo
Le indagini preliminari si sono da poco concluse e il pubblico ministero Valerio De Luca ha chiesto il giudizio immediato per Sodano. Il processo avverrà alla Corte d'Assise del tribunale di Latina e dovrebbe iniziare a novembre. "Non deve più uscire dal carcere – chiede Desyreé insieme alla zia Mariapia – perché così per lui sarebbe come smettere di vivere, come ha fatto smettere di vivere mia mamma e mia sorella".