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Dopo le polemiche: come vengono conteggiati i tamponi nel Lazio

Come il Lazio conteggia i tamponi effettuati tutti i giorni: nel bollettino diffuso ogni 24 ore vengono calcolati i test rapidi e quelli molecolari, mentre nelle tabelle con i 21 indicatori dell’Istituto Superiore di Sanità, vengono conteggiati solo i tamponi molecolari e i tamponi molecolari di conferma a tamponi rapidi il cui risultato non è affidabile.
A cura di Enrico Tata
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Il rapporto tra test effettuati e casi positivi a Covid-19 nel Lazio (cioè quanti positivi sono individuati ogni 100 test) era ieri, 12 novembre, pari al 9 cento. Questo rapporto, stando alle tabelle dell'Istituto Superiore di Sanità, aumenta al 17,8 per cento (le ultime tabelle risalgono al primo novembre). I dati presi in esame, però, sono diversi e su questo la Regione Lazio ha diffuso oggi una nota per smentire "la notizia sui dati ‘truccati' nel Lazio", definita "una fake news destituita di ogni fondamento e di assoluta gravità per la rappresentazione che viene data". Il calcolo del tasso di positività in uno dei 21 indicatori del monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità, l'analisi dei quali determina, ad esempio, il passaggio da zona gialla a zona arancione, è effettuato solo sui tamponi molecolari e non vengono conteggiati, come invece fa la Regione Lazio nel consueto bollettino che dirama ogni 24 ore, i test antigenici (i cosiddetti tamponi rapidi).

Come vengono conteggiati i tamponi nel Lazio

Il Lazio è stata una delle prime regioni italiane ad aver utilizzato i test antigenici su larga scala e questi, secondo le circolari del ministero della Salute, possono essere utilizzati, in alcuni casi, senza convalida con test molecolare. Di norma, infatti, se un paziente risulta positivo con test rapido, deve effettuare un tampone classico di conferma. Non in tutti i casi perché, come si legge in una nota tecnica del Laboratorio di Virologia dell'Istituto Spallanzani condivisa anche con l'Iss e con il Ministero della Salute, "nel caso di test rapido per antigene SARS-CoV-2 a lettura fluorescente, i casi con valore di cut-off uguale o superiore a 10 non necessitano di conferma molecolare poiché il valore predittivo positivo è estremamente elevato con un tasso di conferma che si avvicina al 100%".

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Insomma, se il valore del test antigenico è alto e quindi molto affidabile, non bisogna procedere alla conferma con test molecolare. Nei dati su cui l'Istituto Superiore di Sanità effettua il conteggio vengono sommati solo i test molecolari e i test molecolari di convalida di test rapidi positivi. Vengono esclusi, perciò, anche i test rapidi ritenuti diagnosticamente affidabili. "Questo dato è assolutamente corretto e tecnicamente valido. Pertanto la notizia di una possibile alterazione dei dati è completamente destituita di fondamento, anzi è vero il contrario poiché se non venisse inserito il corrispondente test antigenico a fronte di un caso positivo con cut-off superiore o uguale a 10, si altererebbe il denominatore. In questa fase della pandemia è assolutamente necessario utilizzare in maniera appropriata tutti gli strumenti che la scienza e la tecnica ci mettono a disposizione e prossimamente anche i test antigenici su campione salivare", spiega lo Spallanzani.

Sotto la media il rapporto casi testati-positivi del Lazio

Nelle tabelle dell'Iss nel Lazio il rapporto casi positivi-casi testati è pari, come detto, è pari al 17,8 per cento. Si tratta di uno dei più bassi tra tutte le regioni italiane e l'unico, insieme a quello del Molise, in diminuzione, seppure di poco, rispetto alla precedente rilevazione. Per quanto riguarda i dati forniti dalla Regione Lazio nei bollettini quotidiani, come detto, vengono conteggiati tutti i tamponi rapidi. Ieri sono stati effettuati 29.119 test (la seconda regione per numero di test dopo la Lombardia) e sono stati individuati 2.686 nuovi casi positivi, cioè 9,2 positivi ogni 100 test.

Il tasso di positività dell'Iss è calcolato solo in base alle persone testate attraverso il tampone molecolare. Il Lazio ogni giorno comunica, però, anche casi positivi rilevati attraverso test antigenico e, come detto, ritenuti affidabili. Sebbene questo numero contribuisca al numero dei casi positivi, non incide sul calcolo del tasso di positività nell'indicatore dell'iss. "Ne consegue, paradossalmente, che le regioni con maggiore capacità di testing in questa fase sono penalizzate dall’attuale calcolo degli indicatori. Motivo per il quale i test antigenici andrebbero inseriti anche nel calcolo degli indicatori di Monitoraggio dell’ISS cosi come in corso di istruttoria appositamente dedicata all’argomento specifico presso la conferenza Stato-Regioni", spiega lo Spallanzani.

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