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Smart working per il Giubileo: perché molti romani potrebbero lavorare da casa nel 2025

Negli ultimi giorni il sindaco Gualtieri ha presentato un accordo quadro per lo smart working nel settore privato e un’ordinanza per lo smart working dei dipendenti pubblici. Secondo un sondaggio condotto dalla Cgil, il 95 per cento degli intervistati chiede di aumentare lo smart working.
A cura di Enrico Tata
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Molti romani potrebbero lavorare da casa nel 2025, l'anno del Giubileo a Roma. Negli ultimi giorni il sindaco Gualtieri ha presentato un accordo quadro per lo smart working nel settore privato e un'ordinanza per lo smart working dei dipendenti pubblici.

Quanto alle aziende private, il commissario straordinario per il Giubileo della Chiesa cattolica 2025, cioè lo stesso sindaco Gualtieri, ha firmato un accordo con la Regione Lazio e la Città Metropolitana di Roma e le Organizzazioni Sindacali (Cgil, Cisl e Uil) e Datoriali (Unindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, LegaCoop, Cna, Confcooperative, Agci). Questa intesa prevede la stipula di accordi aziendali per implementare le giornate di lavoro da remoto per i dipendenti. Una misura che è rivolta alle attività che hanno sede nell'area metropolitana.

Per quanto riguarda i dipendenti pubblici, il sindaco Gualtieri ha annunciato un'ordinanza con la quale prescriverà ai dirigenti del personale di tutte le strutture pubbliche, dai ministeri all'Inps e agli enti locali, di attuare, nei limiti del possibile, lo smart working per i dipendenti pubblici di due giorni a settimana fino al 24 dicembre 2024. All'interno del Campidoglio, l'intesa per lo smart working, come aveva annunciato a Fanpage.it l'ex assessore al Personale, Andrea Catarci, coinvolgerà 6.300 dipendenti su 22mila complessivi.

Secondo un sondaggio condotto dalla Cgil su oltre 14mila lavoratori e lavoratrici della Capitale, il 98 per cento ritiene di svolgere mansioni idonee allo smart working.  Nel dettaglio il 17,2% lavora nella P.A., il 5% nell’istruzione, università e ricerca, il 21,4% nel settore della comunicazione e dell’informazione, 12,9% nei servizi assicurativi e finanziari, il 12,7% nell’industria e manifattura, il 7,3% nei trasporti e magazzinaggio, il 3,2% nel commercio e nel turismo e l’1,1% nelle costruzioni. Il 17% ha risposto di lavorare in altri settori pubblici o privati.

Il 68,8 per cento degli intervistati ha risposto che utilizza la macchina per andare al lavoro o per raggiungere un punto di interscambio per prendere i mezzi pubblici. Il 52 per cento delle lavoratrici e dei lavoratori può lavorare in smart working per due giornate a settimana, nel pubblico questa percentuale scende al 49 per cento e nel privato sale al 53 per cento. Il 92 per cento chiede di rafforzare lo smart working e questa percentuale sale al 95 per cento tra coloro che non hanno neanche una giornata di smart.

Il 92 per cento dei partecipanti ha giudicato positivamente la propria esperienza di smart working, il 94 per cento dichiara di riuscire a conciliare più facilmente impegni professionali e personali, il 92 per cento di avere un’abitazione adatta al lavoro da remoto, il 78 per cento di sentirsi più motivato, il 79 per centodi essere meno stressato e l’81 per cento di vedersi rispettati i propri orari lavorativi.

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