Sit-in per Emanuela Orlandi, su locandina Wojtyła, Ratzinger e Bergoglio: “Complici nel silenzio”
"Noi non rinunceremo mai e continueremo fino alla fine a pretendere Verità e Giustizia, lo dobbiamo a Emanuela e a tutte le vittime della crudeltà umana". Queste le parole di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela sui social, mentre promuove il sit-in organizzato il 14 Gennaio 2023 a Largo Giovanni XXIII dalle 16.30 alle 18.30 per ricordare la ragazza scomparsa a 15 anni nel 1983.
"Il silenzio li ha resi complici", si legge nella locandina in cui compaiono gli ultimi tre papi, che si sono succeduti dalla scomparsa della ragazza fino ad oggi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Dalla parte opposta, a sinistra della locandina, invece, compare Emanuela mentre suona il flauto: il giorno della scomparsa aveva seguito le sue lezioni di musica.
Pietro Orlandi e la morte di Benedetto XVI
Qualche giorno fa Pietro Orlandi si era già espresso su Benedetto XVI, il papa emerito morto lo scorso 31 dicembre. "Anche Ratzinger, come il suo predecessore, è rimasto in silenzio fino alla morte – ha scritto Orlandi sui suoi social – Speriamo abbia lasciato qualcosa di scritto". Oltre a lui sono molte le persone che hanno manifestato vicinanza ad Orlandi.
"Ricordare Emanuela e la necessità di far emergere la verità, questo sarebbe il vero segnale di trasparenza e voglia di cambiamento – aveva scritto, invece, alla vigilia delle dimissione dal ruolo di papa Benedetto XVI, nel febbraio del 2013 – Spero trovi il coraggio di dire quello che gli è stato impedito di dire per tre volte".
L'apertura della commissione parlamentare d'inchiesta
Nel frattempo, a fine 2022, è stata aperta una commissione parlamentare d'inchiesta proprio per cercare di fare luce sui casi irrisolti della cronaca romana: la scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori e l'omicidio di Simonetta Cesaroni, uccisa in via Poma. Nel giorno della presentazione della commissione, anche Carlo Calenda, che ha dichiarato di voler istituire una commissione bicamerale, sul caso di Emanuela Orlandi ha aggiunto: "C'è un grande non detto: l'evidenza che il Vaticano sa più di quanto dice e la necessità di uno Stato sovrano, nel cui territorio è avvenuto il rapimento di Emanuela Orlandi si faccia sentire e non sia passivamente alla versione che il Vaticano offre di questa vicenda. Il fatto che non si sappia nulla è del tutto poco credibile da parte della Santa Sede".