Accusato di violenza su una studentessa, Simone Borgese al gip: “Chiedo scusa se ho sbagliato”
Ha parlato davanti al gip Simone Borgese, il trentanovenne accusato di violenza sessuale nei confronti di una studentessa di 26 anni avvenuta all'Eur lo scorso 8 maggio, ad esattamente nove anni dallo stupro di una tassista, nel 2015, per cui è stato condannato a setta anni e mezzo. Una volta libero, avrebbe violentato una ragazzina in ascensore. L'uomo ha risposto alle domande del giudice fornendo una versione completamente diversa da quella rilasciata dalla giovane, provando a giustificarsi. "Chiedo scusa se ho sbagliato", avrebbe detto.
Borgese nega le accuse: cosa è successo lo scorso 8 maggio
Interrogato dal gip, Borgese ha negato tutte le accuse. Secondo quanto dichiarato, sarebbe stata la ragazza a chiedergli di appartarsi, poi, una volta arrivati nel luogo isolato, gli avrebbe detto che non voleva avere rapporti con lui. "Così ho pensato soltanto a me, so che non è una cosa carina da fare davanti ad una donna", ha spiegato, dicendo di aver iniziato a masturbarsi.
"L'avevo fatta salire in macchina, non so perché. L'avevo vista già altre volte alla fermata dell'autobus – ha continuato – Chiedo scusa, mi dispiace se ho sbagliato". Poi secondo la sua versione dei fatti la ragazza si sarebbe risentita: "Non volevo darle il mio numero di telefono, le ho detto che ero impegnato. Così è uscita dalla macchina insultandomi", come riporta il Messaggero.
La versione della studentessa
Una versione, quella riportata dall'uomo, che non combacia con quella riportata dalla studentessa. Lei ha raccontato di essere stata avvicinata da Borgese che si trovava in macchina con il telefono scarico. "Ho il telefono fuori uso e non so come arrivare in un posto, puoi salire ed aiutarmi?", le avrebbe detto. Secondo quanto ripercorso dalla ragazza, prima le avrebbe chiesto di fare una telefonata, poi l'avrebbe ricattata: la restituzione del telefono in cambio dei rapporti sessuali con lui. Dopo aver abusato di lei, l'avrebbe riaccompagnata nella zona di Villa Bonelli.
Una volta libera la ventiseienne ha sporto denuncia e gli inquirenti sono riusciit ad identificare Borgese tramite le videocamere. L'arresto è scattato a giugno: dai domiciliari è stato trasferito in carcere. Nei suoi confronti è stato disposto il giudizio immediato e ora è a processo con rito abbreviato.