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Silvana Aru uccisa a martellate, continuano le indagini: spunta la pista dell’usura

“Volevano costringere il killer a buttarsi dalla finestra”. Potrebbe aver contratto un debito con uno dei familiari, forse legato alla droga o all’usura, il presunto killer di Silvana Aru, uccisa a colpi di martello lo scorso venerdì sera.
A cura di Beatrice Tominic
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Foto di repertorio.
Foto di repertorio.

Sarebbe stato costretto a spogliarsi e poi a gettarsi dal secondo piano. Le serrande erano già state alzate quando il trentottenne Spartaco S. avrebbe iniziato a prendere a martellate su tutto il corpo Silvana Aru, donna di 71 anni. Ad incastrarlo, il martello utilizzato per procurare alla donna le ferite letali trovato all'interno del suo zaino. I fatti risalgono a venerdì scorso. Nella stessa serata l'uomo è stato arrestato in flagranza di reato per omicidio volontario, ma lui continua a proclamarsi innocente.

Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, come spiega la Repubblica. Si indaga anche su nuove piste, come quella dell'usura, come avrebbero confermato dei testimoni. Il trentottenne potrebbe aver contratto un debito con uno dei familiari anche se su questo non ci sarebbero ancora conferme. Ma non si esclude che, invece, l'assassinio possa essere nato per questioni legate allo spaccio di droga.

Il ritrovamento del 38enne

Il trentottenne è stato ritrovato dal figlio della donna, che lo conosceva da tempo, e da alcuni vicini nell'abitazione di via di Rocca Fiorita, nella periferia est della capitale. "Ero venuto a portarle i soldi, quando sono entrato era già così", avrebbe detto loro l'uomo, in stato confusionale e forse sotto effetto di stupefacenti.  Ma all'interno dell'abitazione non è stato trovato denaro. Anzi, il trentottenne sarebbe stato trovato in possesso di alcuni gioielli della donna.

L'arma del delitto nello zaino del presunto killer, ancora insanguinata

Gli inquirenti sembrano essere abbastanza certi della colpevolezza del trentottenne: nel suo zaino è stato anche rinvenuto l'arma del delitto, il martello insanguinato. Oltre a quella dell'usura, si indaga seguendo molteplici piste. Forse il trentottenne aveva provato a rapinare la donna o, forse, nella casa si spacciava: secondo i vicini da mesi c'era uno strano viavai di persone interrotto soltanto dall'arresto di uno dei figli.

Cosa è successo: 40 minuti di agonia della donna

Secondo le ricostruzioni la donna avrebbe aperto la porta al trentottenne, amico del figlio. "Abbiamo sentito gridare aiuto, poi dei rantoli". La donna sarebbe stata colpita vicino alla lavatrice, in bagno, poi trascinata davanti alla porta d'ingresso, dove è stata ritrovata, dove avrebbe iniziato a sbattere le mani sul pavimento per fare rumore e attirare l'attenzione dei vicini che hanno allertato il figlio e il 112. Quando hanno rinvenuto la settantunenne aveva ferite su tutto il corpo: dopo le martellate è rimasta in vita, in agonia, per oltre 40 minuti.

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