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Sbranato dai cani, silenzio e canzoni di Gianna Nannini al funerale di Paolo: “Non c’è consolazione”

Silenzio, commozione, la canzone “Bello e impossibile” di Gianna Nannini e la poesia di un caro amico. Oggi Manziana si è stretta ai famigliari di Paolo Pasqualini per il funerale.
A cura di Alessia Rabbai
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I funerali di Paolo Pasqualini
I funerali di Paolo Pasqualini

Una folla silenziosa si è riunita nella chiesa di San Giovanni Battista a Manziana vicino Roma per dare l'ultimo saluto a Paolo Pasqualini, il trentanovenne sbranato da tre cani rottweiler mentre faceva jogging nel Bosco Macchia Grande lo scorso 11 febbraio. In tanti, tra i quali moltissimi giovani, si sono riuniti intorno alla famiglia di Paolo, alla mamma e alla sorella, mentre in paese è stato proclamato il lutto cittadino. Presenti alle esequie il sindaco Alessio Telloni e parte dell'amministrazione Comunale, i rappresentanti dei Comuni limitrofi tra i quali il sindaco di Canale Monterano Alessandro Bettarelli, i carabinieri, i vigili urbani e le associazioni del territorio. Una cerimonia che si è svolta in silenzio, interrotto solo dalla canzone di Gianna Nannini, "Bello e impossibile" le cui note hanno risuonato nella chiesa gremita e fuori.

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"La morte di un giovane è ingiusta, non c'è consolazione"

Paolo faceva grandi sacrifici per il suo futuro, studiava Scienze Motorie, lavorava, era speranzoso e sorridente, così lo ricordano sua mamma, sua sorella e gli amici. I concelebranti della Messa erano don Giacomo parroco di Canale Monterano, don Giuseppe parroco di Quadroni e li accompagnava il diacono Massimo Brini. La lettura del Vangelo poi l'omelia del parroco di Manziana Don Donelio: "Oggi la comunità si incontra per pregare per Paolo e per la sua famiglia, ci stringiamo al vostro dolore. Siamo qui per rivolgerci al Dio della vita, perché conceda a Paolo la vita eterna, la grazia, la pace e il perdono. Oggi c'è silenzio ed è un silenzio che parla per noi.

Le domande e i perché sono senza risposta, la morte, soprattutto quando tocca un ragazzo pieno di vitalità, di sogni e di gioia, con tutta la vita davanti, è ingiusta. Sappiamo che la nostra vicinanza per quanto apprezzata non può togliere il dolore della famiglia di Paolo, quando parlai con sua mamma mi disse non c'è consolazione. Entriamo nel silenzio della famiglia facendo anche noi silenzio.

Il Signore risponde alle nostre domande e al nostro dolore con la parola del Vangelo in cui le due sorelle di Lazzaro rimproverano Gesù. "Signore se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto, dov'eri'?". Ma Gesù ha una risposta a tutte le nostre domande: "Io sono la resurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà". La morte non ha l'ultima parola e c'è una cosa più forte di tutte, che è l'amore di Cristo".

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La lettera dell'amico Fabio

Un caro amico di Paolo, Fabio, gli ha dedicato una lettera, che è stata letta sull'altare: "All'amico mio de sempre! Sta vita oggi me strappa n'antro pezzo da sto còre. Me manna a casa in lacrime, straziato dar dolore. Ferito dai ricordi, trafitto nelle carni, come Cristo addolorato scolpito sopra ai marmi. Impietrisco, resto attonito, travaglio disperato. Penso la vita è ingiusta senza un significato. Che niente più s'aggiusta se perdi chi hai amato. Dimme te se uno po' morì a 39 anni. Ma manco a 85 stanco e carico d'affanni. Sbranato da tre cani ar parco mentre stai a córe.

Cor vento er sole ‘n faccia, la musica nell'orecchie, e veloci i battiti del cuore. Le cose so parecchie che potrei stà a raccontà, pe dì a questi chi eri evidenziando la tua umanità. Ma non me ne volere se non trovo le parole, qua contano li fatti e se li penso tutti il cor troppo mi duole. Dai tempi dell'asilo ad oggi nu me scordo niente, tutti li bei momenti li custodisco in me più che gelosamente. E me li vojo tené stretti dentro, perché so solo nostri.

E spero tanto che in futuro non diventeranno mostri da uccidere, perché sarebbe ucciderti di nuovo, perciò te dico addio fraté mentre che mi commuovo. Ah…Mo che arivi su poi sta sereno, e innanzi a dio supremo, nun te fa problemi. Diglielo pure che annavi come un treno e tempo ancor ti era dovuto. A te lettore del misfatto solamente dico. Ben se' crudel, se tu già non ti duoli pensando alla violenta morte del mio amico; e se non piangi, di che pianger suoli? Bella Paolé".

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