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Si è svegliato l’uomo che dormiva da mesi nel carcere di Regina Coeli

L’uomo che dormiva da mesi nel carcere di Regina Coeli si è svegliato: lo ha annunciato Susanna Marietti dell’associazione Antigone.
A cura di Beatrice Tominic
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Aveva passato mesi a dormire nel carcere romano di Regina Coeli e la sua condizione era stata denunciata pubblicamente dall'associazione Antigone: il detenuto, un uomo di 28 anni, si è finalmente svegliato. A comunicarlo è stata Susanna Marietti, coordinatrice di Antigone, con un articolo sul suo blog su Il fatto quotidiano.

Lo stato di "simulatore"

Marietti racconta di aver visto il ragazzo sdraiato sulla sua branda nel centro clinico del carcere, sempre con catetere e pannolone, nutrito soltanto grazie all'aiuto dell'infermiere mentre dormiva di giorno e di notte. "I controlli medici, gli esami strumentali non avevano evidenziato alcuna patologia organica specifica e l’uomo era stato etichettato come un simulatore – ha sottolineato nel corso del suo racconto – In quanto simulatore non aveva diritto a un’interruzione del processo e di conseguenza veniva fatto comparire a tutte le udienze". Ad ogni udienza veniva inquadrato mentre si trovava nella sua brandina, senza mai alzarsi a sedere e sempre con gli occhi chiusi.

Il racconto del trasferimento e il risveglio

A poche ore dalla denuncia pubblica, il 28enne è stato trasferito nel centro clinico del carcere di Secondigliano, a Napoli, più grande e attrezzato rispetto al quello romano. Il suo caso, oltre ad essere stato portato all'attenzione delle cronache, del provveditorato, della direzione del carcere e della dirigenza sanitarie, è stato analizzato anche dai medici e ricercatori in neuroscienze di UCL, University College London. Grazie al suo avvocato, che ne ha ricostruito la storia clinica, è stato possibile trasferire il 28enne in una struttura sanitaria esterna, all'ospedale Cardarelli di Napoli.

"Era quello che auspicavamo fin dall’inizio – precisa Marietti – Dopo una decina di giorni di ricovero, si è svegliato". Non si conoscono ancora le terapie utilizzate dai medici: "È una buona notizia. E fa piacere sapere che si sia messa fine alla grottesca situazione precedente, dove in custodia dello Stato un infermiere vuotava cateteri e cambiava pannoloni, occupandosi di un corpo fisico come se al suo interno non vi fosse proprio nulla".

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