Si cerca materiale pedopornografico in chiesa: indagini partite dal prof arrestato a Latina per abusi
Materiale pedopornografico in una chiesa di Latina: gli inquirenti avrebbero raggiunto una parrocchia pontina per sequestrare materiale informatico, passare al vaglio file, hard disk e altri dispositivi mobili come smartphone e tablet. A fare irruzione nella parrocchia gli agenti della polizia giudiziaria di Roma, competenti per quanto riguarda questo genere di reati. L'indagine che ha portato gli inquirenti nella parrocchia è strettamente connessa a quelle sull'ex insegnante di religione arrestato per abusi sessuali su minorenni nel capoluogo pontino.
L'indagine scattata con l'arresto del prof di religione
Sarebbero stati proprio gli approfondimenti sull'insegnante, come scrive il Messaggero nella sua edizione locale, a portare gli inquirenti ad effettuare analisi mirate online, nelle reti di scambio di materiale pedopornografico. Così, dalla Procura di Latina, competente per gli abusi sessuali fra Latina e Terracina, si è affiancata quella della capitale. Da mesi a Roma gli agenti stanno cercando di ricomporre il giro di legami e contatti dell'insegnante che, non si esclude, possa avere anche inviato e ricevuto online materiale pedopornografico.
È così che è stato possibile ricostruire il rapporto fra l'insegnante di Latina e l'ex dirigente dell'Azione Cattolica, già arrestato a Tivoli. Nell'ambito della stessa inchiesta un diciottenne aveva rivelato di essere stato costretto a vedere scene di sesso con sacerdoti in cui era rimasto coinvolto un parroco: da qui sono scattate nuove verifiche per cercare di chiarire da dove arrivino le immagini incriminate.
Le indagini scattate un anno fa
Le indagini sono scattate un anno fa, a seguito delle denunce presentate dalle famiglie di alcuni alunni di un liceo di Latina. "Gli dicevo che ero troppo piccolo per certe cose, ma lui mi diceva di stare tranquillo", spiega uno di loro. Fra gli alunni presi di mira, uno ha raccontato a Fanpage.it come è riuscito ad allontanare il docente: "Mi sono salvato perché l'ho bloccato dopo i primi messaggi spinti – ricorda – Si notavano atteggiamenti morbosi".