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Sgomberi a San Basilio, liberate due case occupate da clan: scoperto un bunker

Sgomberi a San Basilio, dove i vigili urbani hanno liberato due appartamenti in via Montegiorgio e in via Fabriano occupati da membri dei clan Pupillo e Marando.
A cura di Alessia Rabbai
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Le operazioni di sgombero a San Basilio
Le operazioni di sgombero a San Basilio

Due appartamenti Ater a San Basilio occupati abusivamente da membri dei clan Pupillo e Marando sono stati sgomberati. Le operazioni sono scattate nella mattinata di oggi, giovedì 17 febbraio. Si tratta nello specifico di un'abitazione occupata da Devis, un esponente della famiglia Pupillo, che si trova in via Montegiorgio e un'altra occupata da Luigi, membro del clan di ‘ndrangheta Marando, e che si trova in via Fabriano. Ad essere interessati dagli sgomberi sono due uomini e una donna, che risultano già precedentemente denunciati dalla polizia locale di Roma Capitale. All'interno dell'appartamento di via Fabriano occupato abusivamente da Marando gli agenti hanno scoperto un bunker, 80 grammi di hashish e denaro in contanti. I locali liberati dall'occupaizone abusiva, saranno riconsegnati ad Ater che ne è proprietaria e successivamente ai cittadini.

Le operazioni di sgombero degli appartamenti occupati a San Basilio

A pianificare le operazioni scattate stamattina e alle quali hanno partecipato alcune decine di agenti, è stato nei giorni scorsi il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto di Roma Matteo Piantedosi, che si è riunito lo scorso 3 febbraio. A dare esecuzione allo sgombero sono stati gli agenti della polizia locale di Roma Capitale, diretti dal vice comandante Stefano Napoli, con il Gruppo sicurezza sociale urbana (Gssu) e Sicurezza Pubblica emergenziale (Spe). Ad intervenire a supporto delle operazioni dei vigili urbani anche gli agenti della Polizia di Stato.

‘Ndrangheta sul litorale di Roma, 65 arresti

All'alba di oggi tra Roma e provincia i carabinieri del Comando provinciale di Roma hanno dato invece esecuzione a sessantacinque misure di custodia cautelare a seguito dell'ordinanza del giudice delle indagini preliminari. Tra le persone destinatarie dei provvedimenti ce ne sono alcune gravemente indiziate di associazione a delinquere di stampo mafioso. Com'è emerso in sede d'indagine il litorale Sud di Roma sarebbe controllato da una ‘ndrangheta locale, che terrebbe sotto scacco il territorio, con infiltrazioni ramificate nel tessuto sociale, che riguarderebbero la pubblica amministrazione e la gestione del narcotraffico internazionale.

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