Sgomberata la casa del clan Moccia a Tor Bella Monaca: suite di lusso con marmi e idromassaggio

Un appartamento di Tor Bella Monaca occupato abusivamente da un boss legato al clan Moccia era stato trasformato una suite di lusso. Nell'interno 44 della torre 30 le forze dell'ordine, la Regione e l'Ater hanno trovato costosi marmi e una vasca idromassaggio. È la scena che si è presentata davanti agli occhi di chi è entrato per far riappropriare il Comune di Roma dei locali. Gli sgomberi di immobili Ater da inizio anno ad oggi sono circa una trentina.
Un piano di ripristino della legalità concordato e messo a punto tra Prefettura e Regione Lazio, che andrà avanti nelle prossime settimane e che prende di mira le abitazioni Ater di periferia occupate abusivamente da persone legate alla criminalità organizzata romana, ponendo sotto ai riflettori in particolare le zone di San Basilio e Tor Bella Monaca, ma anche Tiburtino, Laurentino e Pietralata.
Infiltrazioni mafiose negli immobili Ater
Negli atti e certificati di residenza in questo caso specifico dell'interno 44 della torre 30 a Tor Bella Monaca in cui istituzioni e autorità sono intervenute ieri era indicato che l'appartamento sgomberato risultava formalmente occupato da oltre cinque anni da un uomo problemi psicologici, ma di fatto un altro uomo lo aveva occupato abusivamente. Questa persona però si trova ristretto nel carcere di Rieti. Come accade nella maggior parte di questi casi da una parte sulle carte risultava ad un nome, mentre a viverci c'erano delle persone che conoscevano il detenuto.
Chi lo occupava abusivamente si è presentato sul posto, mentre era in atto lo sgombero per l'acquisizione, con il personale preposto e le forze dell'ordine. Gli sgomberi di questi giorni sono scattati a seguito all'allarme lanciato dalla Direzione investigativa antimafia in merito alle infiltrazioni mafiose nelle case Ater. Resta il tema della riassegnazione degli alloggi popolari sgomberati in quanto solo una parte dopo essere stata liberata dagli occupanti abusivi viene effettivamente accolta da chi spetta di diritto, per paura di ritorsioni.