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Sfratto Lazio Nuoto: la squadra non giocherà in Seria A. “La città si è dimenticata di noi”

La decisione presa dopo lo sfratto avvenuto ieri nell’impianto sportivo alla Garbatella e chiesto dal Comune di Roma. Per il giocatore della Lazio Nuoto così “verrà meno la funzione sociale che aveva la società nel quartiere: frequentata anche da tanti ragazzi disabili”. La struttura permetteva anche di sostenere i costi della squadra, che ora rischia.
A cura di Alessandro Rosi
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Negli ultimi dieci anni si era sempre iscritta al massimo campionato di pallanuoto, ma quest'anno la Lazio Nuoto non parteciperà. La decisione arriva dopo quanto accaduto ieri nell'impianto sportivo della società in viale Giustiniano Imperatore a Garbatella. Il Comune ha proceduto allo sfratto della società biancoceleste dopo aver assegnato il bando per la concessione della struttura a un'altra società, la Maximo. Eppure c'era una sentenza del Tar con cui i giudici avevano stabilito che la concorrente non poteva partecipare alla gare perché non aveva prodotto tutta la documentazione. L'amarezza è tanta per chi frequentava il centro e, soprattutto, tra i giocatori della squadra che non disputeranno il campionato mentre va avanti la battaglia legale.

"Così muore lo sport di base”, spiega amareggiato a Fanpage Federico Colosimo, capitano della Lazio Nuoto.La città si è dimenticata di noi, di una società che è nata nel 1900, di pari passo con la Lazio calcio”. Ha lasciato il segno quanto accaduto ieri alla struttura della Garbatella, con diversi agenti delle forze dell'ordine presenti a vigilare che lo sfratto venisse eseguito senza che nessuno opponesse resistenza. “Non si è mai visto l'uso di così tanta forza pubblica per mandare via una società sportiva", prosegue il giocatore, "ho visto utenti in lacrime, che ora non sanno dove proseguire”.

Un impianto che rivestiva un ruolo importante per il quartiere. “È stata calpestata la nostra funzione sociale”", dice Colosimo. "Da noi venivano tanti ragazzi disabili, dalle periferie e donne incinte per usufruire della struttura. Verrà meno anche quello".

Ancora non si sa quale soluzione troverà la squadra della pallanuoto della Lazio, che però non si allena nell'impianto a Garbatella. Per loro, però, è sempre stato un punto vitale. “Gli allenamenti e le partite le giochiamo al Foro Italico", spiega Colosimo, "ma per noi l'impianto a Garbatella era l’unica fonte di sostentamento. Ci consentiva di finanziare l’iscrizione al campionato e di mandare avanti la nostra realtà. Che così rischia di essere distrutta".

A rimetterci sono soprattutto gli atleti. "Siamo una squadra composta tutta da romani. 13 su 13", racconta Colosimo, "facciamo sacrifici per poter giocare, per portare avanti una passione che occupa nella vita di ognuno di noi anche 6 ore al giorno. Tanti hanno anche famiglie. E verrà meno per noi quel compenso che percepivamo”.

Lo sport sembra scomparire dalla capitale. "Vediamo impianti che vengono abbandonati come lo stadio Flaminio", commenta Colosimo, "o fatiscenti come il Palatiziano. E ora anche la nostra realtà centenaria è stata cacciata via".

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