Sette giorni al voto per Expo 2030, per Gualtieri la partita è ancora aperta: Roma ce la può fare
Sette giorni alla votazione per scegliere la città che ospiterà Expo 2030. Roma, Riyad e Busan le contendenti. Il sindaco Gualtieri, che in queste ore è a Parigi per sostenere la candidatura della Capitale, è convinto che la partita sia ancora aperta: "Sentiamo una grandissima simpatia e supporto per il nostro progetto. Tutti riconoscono che è il più bello e il più in linea con i valori del 2030, della sostenibilità e dell'inclusione e quindi ce la stiamo giocando con grande determinazione", ha spiegato il primo cittadino ai microfoni del Tgr Lazio.
Per Gualtieri gli avversari "sono forti e determinati, la sfida è impegnativa ma noi ce la mettiamo tutta. Obiettivi per l'ultima settimana? Stiamo parlando con tantissimi Paesi, viaggiando, girando. Presentiamo a tutti il nostro approccio: che tutti abbiano una voce, che Roma è una città aperta, in cui i diritti sono rispettati e la diversità è un valore e Roma con la sua bellezza straordinaria è al servizio del mondo".
Il sindaco ha affermato che l'obiettivo non è quello di promuovere Roma, "che è già una meta turistica di primissimo livello. Vogliamo mettere la bellezza di Roma e la sua inclusività al servizio di un dibattito mondiale su come rendere le nostre città e il nostro modo di vivere migliore per affrontare le grandi sfide del nostro tempo: le diseguaglianze, i cambiamenti climatici. E' un Expo che resterà anche dopo perché noi vogliamo rigenerare un'area della città e realizzare una cittadella della scienza, della conoscenza e dell'innovazione. Questo lo mettiamo al servizio degli altri Paesi. Abbiamo magari un atteggiamento meno mercantile nello scambio, ma più basato su valori e principi. Credo sia il modo giusto per condurre questa sfida".
Ma quante possibilità Roma di vincere la sfida con il porto coreano e la Capitale dell'Arabia Saudita? L'obiettivo dichiarato è quello di arrivare al secondo turno, perché sicuramente Riyad conquisterà più voti al primo turno, ma non riuscirà ad averne così tanti da rendere inutile il ballottaggio. Roma spera di arrivare seconda e in quel caso, con il voto segreto, potrebbe anche farcela: la Capitale italiana potrebbe contare sui voti della terza classificata, la città coreana di Busan, e sul fatto che diversi delegati potrebbero cambiare il proprio parere. In secondo luogo, in favore della candidatura italiana, potrebbe giocare un ruolo il conflitto israelo-palestinese.
Ricordiamo che il progetto presentato da Roma punta sulla riqualificazione dell'area di Tor Vergata, come spiegato a Fanpage.it dall'assessore capitolino all'Urbanistica, Maurizio Veloccia.