Sestina Arcuri, l’avvocato della famiglia a Fanpage.it: “Prove chiare Landolfi merita l’ergastolo”
Il processo per la morte di Maria Sestina Arcuri vedrà i giudici pronunciarsi con la sentenza di primo grado lunedì 19 luglio. Unico imputato il fidanzato Andrea Landolfi, accusato di omicidio volontario e per il quale la Procura di Viterbo ha chiesto una condanna a venticinque anni. Il trentenne romano, ora in carcere, è ritenuto responsabile di aver gettato la ragazza dalle scale nella villetta della nonna, in via Papirio Serangeli a Ronciglione, in provincia di Viterbo nella notte tra il 3 e il 4 febbraio del 2019. L'avvocato di parte civile Vincenzo Luccisano ai microfoni di Fanpage.it si è espresso in attesa che arrivi il verdetto dei giudici: "Per quanto ci riguarda, Landolfi è colpevole. Le prove dicono che lui è il responsabile della morte di Sestina".
Le indagini sulla morte di Sestina Arcuri
Il legale parla di prove schiaccianti ed inconfutabili emerse come indizi nella fase delle indagini preliminari e poi confermate durante il dibattimento, che vedrebbero il processo andare in un'unica direzione. "Non c'è una prova regina, fondamentali sono le lesioni emerse in sede di esame sul corpo di Sestina, segni evidenti di una caduta, che non sono compatibili con un rotolamento. Le altre prove fanno da contorno ad un quadro probatorio univoco e concordante rispetto alla responsabilità penale dell'imputato – continua Luccisano – La lite, la decisione di Sestina di lasciarlo: dal telefono della ragazza sono emersi molti elementi come la ricerca quella notte di un B&B all'1.36 di notte, prima che rientrassero a casa, non voleva dormire con lui. Due intercettazioni dicono che la nonna di Landolfi Mirella Iezzi, suo difensore fin dall'inizio, si fa sfuggire ‘quando lui l'ha buttata giù' e lo dice accidentalmente anche l'imputato, quando afferma di aver lanciato la fidanzata dalle scale".
I risultati dell'autopsia confermano la caduta
"Per quanto riguarda le lesioni riportate da Sestina – spiega l'avvocato – i medici legali ci hanno detto che fin da subito si trovava in una condizione critica, le ferite trovate dall'esame autoptico sono gravissime, ha una ferita occipitale che le ha completamente distrutto il cranio e che le è risultata fatale, una lesione lombo sacrale e al polmone sinistro. Traumi che possono essere provocate da una caduta dall'alto in accelerazione, mentre non ci sono i segni di rotolamento".
Le ore prima delle morte di Sestina
Maria Sestina Arcuri e Andrea Landolfi si erano spostati fuori Roma e stavano trascorrendo un fine settimana d'inverno insieme al figlio minorenne di lui nella villetta del Viterbese, come avevano fatto anche altre volte. Com'è emerso in sede d'indagine e poi anche in dibattimento, i fidanzati avevano litigato, ma sono andati lo stesso a cena fuori al ristorante. Dalle immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso si nota una situazione tesa tra i due. Poi si sono spostati in un pub, dove la titolare e una cameriera, ascoltate come testimoni hanno afferamato che Landolfi era già "sopra le righe", "brillo", mentre Sestina era "lucida e tranquilla". Durante la serata hanno nuovamente discusso e in maniera animata, il trentenne le prendeva il volto e una testimone ha detto che era "ammusolita", mentre la cameriera diceva che "piangeva". Di ritorno a casa, le telecamere di videosorveglianza del Comune li hanno immortalati in strada: Sestina gli sta lontana, come se non volesse andare via senza con lui. Tutto è accaduto tra l'1.50 e le 2 e qualche minuto. Alle 2.04 infatti la nonna di Andrea è uscita di casa perché colpita da un pugno, per raggiungere a piedi il presidio Sant'Anna, che dista venti minuti. A casa ha lasciato il nipote con Sestina già caduta e in gravissime condizioni. Landolfi chiamerà i soccorsi solo alle 6 del mattino seguente e Sestina morirà due giorni dopo all'ospedale Belcolle.