Sesso in cambio di telefoni e felpe: condannata la cuoca di una struttura di accoglienza per minori
Svolgeva le mansioni di cuoca e addetta alle pulizia di una struttura di Sant'Ambrogio sul Garigliano, provincia di Frosinone, nella quale vengono accolti minori stranieri senza genitori. L'accusa nei suoi confronti è gravissima: induzione alla prostituzione minorile. Secondo le ricostruzioni dei pm la donna, all'epoca 33enne, chiedeva e otteneva rapporti sessuali comprando i ragazzi con una felpa, un cellulare di seconda mano o qualche banconota.
I fatti, riporta Valeria Di Corrado sul quotidiano Il Messaggero, sarebbero avvenuti da dicembre 2015 ad aprile 2016 e gli incontri sessuali si sarebbero consumati anche in stanze a pagamento. Almeno tre adolescenti avrebbero accettato le proposte della donna in cambio di regali, che consistevano, come anticipato, in vestiti, vecchi telefoni oppure qualche soldo.
Le indagini sono cominciate in seguito a una denuncia presentata da un collega dell'accusata, che ha raccolto la testimonianza di uno dei giovani ospiti della struttura: "Ho una storia con una operatrice. Se non ci credi guarda la foto", sosteneva il ragazzo, mostrando le immagini. Una prova schiacciante. Il giovane ha spiegato che i regali non erano altro che gentilezze, ma secondo i pm non è così. Si trattava di vera e propria induzione alla prostituzione, per di più ai danni di un minore.
"Solo dopo le rivelazioni dell’operatore ho scoperto che il caso era di dominio pubblico tra gli ospiti, tanto da creare problemi di ordine pubblico, per fortuna mai più esplosi", ha spiegato la direttrice della struttura, che si è costituita parte civile. Il trasferimento della cuoca è stato disposto nell'aprile del 2016. Adesso è stata condannata a due anni di reclusione ed è stata interdetta dai pubblici uffici.