Serena Mollicone, l’amico di Mottola cambia versione e gli fornisce un alibi: “Falsa testimonianza”
La corte d'Assise di Cassino ha formalizzato l'invio degli atti in Procura per falsa testimonianza nei confronti di un testimone del processo per l'omicidio di Serena Mollicone, trovata cadavere nel bosco di Arce nel 2001. Il teste, amico di Marco Mottola, accusato della morte della giovane insieme ai genitori, ha dichiarato in aula che la mattina dell'aggressione si trovava insieme all'imputato, fornendogli così un alibi. Una dichiarazione che ha immediatamente allarmato il giudice, dato che per vent'anni l'uomo ha sempre detto di non ricordare cosa stesse facendo la mattina dell'1 giugno. Il recupero improvviso di memoria a distanza di vent'anni è risultato così sospetto che il giudice ha persino chiesto al teste se fosse stato avvicinato da qualcuno nei giorni precedenti in modo da avere indicazioni su cosa dire. L'uomo si è difeso dicendo che altre testimonianze lo hanno aiutato a ricordare: un passo falso, perché la pubblico ministero che si occupa del caso ha escluso che quelle dichiarazioni gli fossero arrivate. Senza contare che i tabulati telefonici di quella mattina dimostrano che il teste e Marco Mottola non erano in piazza insieme.
Tra depistaggi e omertà, la ricerca della verità va avanti da 20 anni
Un rapporto, quello tra il teste e Mottola, di profonda amicizia. Legati da anni, secondo l'accusa facevano insieme uso di droga e ‘guadagnavano' soldi vendendo oggetti preziosi che trovavano nelle rispettive case. Per questo il giudice ha voluto formalizzare l'accusa di falsa testimonianza, ritenendo verosimile che l'uomo abbia deciso di cambiare versione per il profondo rapporto di amicizia che lo lega a Marco Mottola. Ma anche un avvertimento per chi non voglia collaborare e fare in modo che si faccia luce su quanto successo a Serena Mollicone ormai vent'anni fa. Finora omertà e depistaggi non hanno permesso di dare un nome e un volto a chi l'ha uccisa e lasciata nel bosco di Arce, ma con questo processo si vuole dare verità e giustizia alla 18enne.