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Sempre meno medici di base nella regione Lazio: “Entro la fine del 2022 il 25% andrà in pensione”

Sono sempre meno i medici di base nella regione Lazio. Entro la fine dell’anno il 25% andrà in pensione: a rimanere senza dottore di famiglia potrebbero essere circa 250mila pazienti.
A cura di Beatrice Tominic
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Sono sempre meno i medici che operano nella città di Roma e nella sua provincia e i cittadini e le cittadine ne risentono. Le zone in cui viene avvertita maggiormente questa mancanza sono le Asl 5, nei territori ad est, nell'area tiburtina e la Valle dell'Aniene dove i dottori distano dai propri pazienti anche decine di chilometri e nella Asl 6, quella dei Castelli Romani e del Litorale Sud, dove si verifica la situazione peggiore: qui a mancare sono 20 medici di famiglia e le persone che non possono avere un medico di famiglia sono 20mila.

Come scrive in un articolo il Messaggero, però, la situazione è destinata anche a peggiorare: entro quest'anno saranno circa 250 i medici che andranno in pensione, cioè circa il 10% dei dottori che sono in servizio adesso. Il rischio è che 250mila pazienti possano restare senza medico di base: "E la nostra è una sottostima basata su meri dati anagrafici", ha spiegato il segretario provinciale della Fimmg, Federazione Italiana Medici di Famiglia, Pier Luigi Bartoletti.

I dati dall'assessorato

A confermare la grave situazione c'è anche Alessio D'Amato, l'assessore alla Salute della Regione Lazio che, però, riporta dati ancora più tragici: "Nei prossimi mesi il 25% dei medici del Lazio andrà in pensione – ha dichiarato – Abbiamo difficoltà nel coprire alcune zone, specie quelle meno raggiungibili."

Poi ha provato a proporre delle soluzioni: "Abbiamo dato “carta bianca” ai direttori generali delle Asl: possono adottare alcuni provvedimenti straordinari che permettono, a ogni singolo medico, di poter avere fino a 1.800 assistiti, andando oltre la quota dei 1.500 dei massimalisti – e ha aggiunto – Inoltre, permettiamo a chi ha raggiunto l’età pensionabile di restare in servizio e di far entrare i giovani medici ancora in formazione."

Manca il personale amministrativo

Secondo il segretario Bartoletti, alla mancanza di medici di base si aggiunge anche quella di personale amministrativo che, di conseguenza, causerebbe una mancanza di equità di accesso ai servizi.  Ha specificato, poi: "Vale un po’ il detto “medico che vai, servizio che trovi”. Fare il medico di base senza personale amministrativo è praticamente impossibile, eppure – ha sottolineato – solo il 55% dei medici del Lazio ha un servizio simile. Bisogna tener presente che va garantita l’assistenza alla persona passando dalle chiamate fatte al telefono alle risposte via Whatsapp."

La nuova sanità

Secondo D'Amato, invece, il problema non è da cercare nell'amministrazione: "Non mi trovo tanto d’accordo. Non abbiamo bisogno dell’amministrativo, più che altro abbiamo necessità di medici di famiglia in grado di fare esami di primo livello, almeno quelli più richiesti, come le ecografie, le spirometrie, gli elettrocardiogrammi – ha risposto – Punteremo molto sull’innovazione tecnologica e digitale", ha aggiunto facendo riferimento alla riforma nazionale in partenza sui territori che, dal Ministero, verrà organizzata su base regionale.

L'attenzione in autunno

Il problema più urgente, comunque, resta sempre lo stesso: la mancanza di medici. "Non possiamo arrivare impreparati in autunno, con il Covid, l’influenza e le altre malattie", ha spiegato Bartoletti, già proiettato sul futuro. Il carico di lavoro dei medici negli ultimi anni è aumentato del 300%: dalle 22mila ricette ogni anno emesse nel 2019 e nel 2020, nel 2021 si è arrivati a 24mila per i medici laziali con 1500 assistiti.

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