Sei complice, la campagna contro il revenge porn a Roma: “In due settimane, 10mila scannerizzazioni”

Diecimila. Sono le volte in cui è stato scannerizzato il qr code affisso per la Capitale che prometteva di mostrare foto intime di una ragazza. "Guardate tutti quella stronza della mia ex nuda", c'è scritto sui cartelli, come sorta di vendetta da parte dell'ex. Al posto delle immagini e, quindi, al posto della pratica nota come revenge porn, una volta scannerizzato il qr si apre una campagna di sensibilizzazione contro il revenge porn.
"Ci aspettavamo più solidarietà dalle giovani donne", dichiarano le fautrici della campagna, Sei Complice lanciata per le strade di Roma e sui social pochi giorni dopo gli ultimi due femminicidi che hanno avuto come vittime due studentesse, Sara Campanella a Messina e Ilaria Sula.

Sei complice: la campagna nata per sensibilizzare sul revange porn
"Sei complice è un'azione di guerrilla marketing realizzata da un gruppo di studentesse dello IED per sensibilizzare chi guarda e fruisce dei contenuti di revange porn", questa la presentazione del progetto raccontato sui loro canali social.
L'idea è stata quella di posizionare una serie di manifesti in giro per Roma con un qr code da scannerizzare e una frase che facesse intendere una vendetta ai danni di una ragazza, dopo la rottura di una storia. "Vaff… Elisa! Ora tutti vedranno i tuoi video". In realtà le persone che speravano di accedere a materiale intimo condiviso in maniera non consensuale si sono ritrovati sul portale della campagna che sensibilizza sul revange porn.
"Se guardi sei complice": è con questo slogan che il progetto vuole far aprire gli occhi a chi cerca, guarda e condivide materiale intimo in maniera non consensuale. Non si può essere spettatori in queste vicende, ma solo e soltanto complici altrettanto colpevoli.

Revenge porn: in Italia 5 milioni le vittime del ricatto sessuale
In Italia cinque milioni le persone vittime del revenge porn. Tra queste anche una delle creatrici della campagna Sei complice, che proprio grazie alla sua esperienza personale ha voluto portare avanti il progetto. Quattordici milioni invece sono le persone quelle che hanno visualizzato contenuti sessuali di altre persone consapevoli che non fossero consensuali. Un fenomeno che ancora oggi in molti non considerano come reato. Infatti secondo i dati della campagna Sei Complice, l'84% di chi ha visto e condiviso immagini private in maniera non consensuale lo rifarebbe.
Eppure il revenge porn è un reato penale in Italia dal 2019. La pene vanno da 1 a 6 anni di reclusione e una multa da 5.000 a 15.000 euro.