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Sedicenti avvocato e finanziere truffano una suora e la costringono a pagare 200mila euro

Hanno truffato una suora che gestiva i conti di un istituto religioso nel Frusinate, spingendola a fare bonifici e ricariche post pay per una cifra complessiva di 200mila euro.
A cura di Alessia Rabbai
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Un finto avvocato e un finto finanziere hanno truffato l'istituto scolastico ‘Beata Maria De Mattias' di Frosinone per quasi 200mila euro. Una truffa messa a segno nei confronti di una suora che gestiva i conti della struttura religiosa, attraverso un piano ben collaudato che riguardava una presunta morosità, in realtà falsa, del pagamento di riviste delle forze dell'ordine. A raccontare l'accaduto Il Messaggero, per il quale ora i nomi di sei persone sono finiti iscritti sul registro degli indagati e la Procura locale con il pubblico ministero titolare del fascicolo ha chiuso l'inchiesta. L'ipotesi di reato loro contestata appunto è di truffa continuata.

I fatti risalgono al 2020 e sono andati avanti fino al 2022, tre anni fa la suora in questione aveva ricevuto una telefonata da parte di un sedicente avvocato, che diceva di contattarla perché risultava che aveva ricevuto delle riviste delle forze dell'ordine appunto, ma che non risultavano pagamenti e che dunque su di lei pendeva un procedimento penale, in realtà inesistente. Ad insospettire la suora facendola cadere nel tranello c'era il fatto che veramente avesse ricevuto per un periodo di tempo tali riviste. I suoi pagamenti però erano a posto, ma lei temeva che non fosse così. Non poteva infatti immaginare che si trattasse di una truffa costruita a regola d'arte nei minimi dettagli e nella quale sarebbe "entrato in gioco più di un personaggio".

Il fantomatico avvocato le aveva mandato l'iban di riferimento al quale effettuare i pagamenti per le spese giudiziarie. Successivamente però l'ha chiamata un'altra persona, che si è dichiarata essere un sovrintendente della Guardia di Finanza di Roma, il quale le ha chiesto di versare altri soldi per alcune verifiche fiscali, dicendo alla suora che l'avvocato che l'aveva contattata era stato escluso dalle procedure perché a sua volta indagato. Così mano a mano che la vicenda diventava sempre più ingarbugliata, la suora era costretta a versare denaro su denaro, per risolvere una faccenda in realtà insesistente. La suora è arrivata a fare dei bonifici e ricariche su carte postepay per un totale di 167.607, 00 euro. Una spirale senza fine di richieste di denaro, fino a quando la suora non si è rivolta a degli avvocati e la vicenda è finita tra le mani degli investigatori.

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