Sedicenne stuprata a Ponza, Manuel Lovecchio evade dai domiciliari: condannato a otto mesi
Manuel Lovecchio, il 30enne accusato di aver stuprato una sedicenne a Ponza lo scorso 7 luglio, è stato arrestato per evasione. L'uomo, che si trovava ai domiciliari, è stato trovato all'esterno della sua abitazione. A quel punto è scattato l'aggravamento della misura cautelare, con Lovecchio che è comparso davanti ai giudici il 21 gennaio e ha patteggiato una pena a otto mesi di reclusione per il reato di evasione.
A riportarlo è la Repubblica. Manuel Lovecchio è stato arrestato lo scorso 7 luglio dopo l'accusa di violenza sessuale su una minore di sedici anni. Secondo quanto ricostruito dall'accusa, il 30enne, residente a Roma, era andato a Ponza per cercare un lavoro come stagionale. Come lui, tante altre persone, tra cui anche i suoi vicini di casa, una coppia con una figlia di sedici anni. Il 7 luglio Lovecchio, completamente ubriaco, avrebbe incrociato la minore mentre andava a buttare la spazzatura, l'avrebbe aggredita e costretta a entrare nella sua abitazione, dove si sarebbero consumati gli abusi. Una volta fuggita dall'appartamento, la ragazza ha chiamato i genitori, raccontando quanto successo e facendo scattare l'allarme.
Sul posto erano arrivati i carabinieri per fermare il 30enne, che lo avevano trovato ancora in stato di alterazione. Lovecchio era stato rimesso in libertà subito dopo, decisione che aveva suscitato molte polemiche data la pesantezza delle accuse, tanto che il consigliere del Consiglio superiore della magistratura Ernesto Carbone aveva sollecitato l'apertura di un'indagine proprio per capire i motivi del mancato arresto. Quarantacinque giorni dopo, fu raggiunto nuovamente dai carabinieri: in seguito a quanto accaduto, il giudice ha deciso di disporre l'arresto, e il 30enne era stato messo ai domiciliari.