Seconda moria di pesci nel Tevere e nell’Aniene in un mese: ancora analisi sulle acque dei fiumi
Ancora un sopralluogo della Polizia Locale di Roma Capitale per la moria di pesci nel fiume Tevere. Si tratta della seconda ondata di decessi quest'anno a Roma in poco più di un mese, le cui cause sono ancora in corso d'investigazione. Gli agenti della Polizia Locale hanno effettuato alcuni prelievi nei fiumi Tevere ed Aniene: questi prelievi saranno poi analizzati, sperando di scoprire cos'è che causa le morti. Non è la prima volta che quest'anno i cadaveri dei pesci vengono trovati a galleggiare nei fiumi. Gruppi consistenti, non casi isolati, che fanno pensare a un qualche fenomeno che li porta a morire in gruppi. Da qui l'analisi sulle acque dei fiumi, per capire se c'è qualcosa che nell'acqua che causa la morte.
OIPA: "Parte civile se si riscontrano responsabilità penali"
A chiedere di porre attenzione alla seconda ondata di moria di pesci nel Tevere e nell'Aniene, è stata l'OIPA. Già dal primo caso avvenuto quest'anno aveva chiesto analisi approfondite per capire quale fosse il problema e, soprattutto, controllare se le acque dei fiumi fossero inquinate. "Dopo l'allarme per la moria di pesci nel Tevere lanciato dall'OIPA che ha portato all'intervento dell'ARPA e della ASL Roma 1, purtroppo dobbiamo registrare che la strage non si è arrestata, le analisi avevano evidenziato tracce di pesticidi che a dire delle Autorità intervenute, per le quantità non significative non sarebbero la causa certa della morte degli animali – scrive in una nota l'Organizzazione Internazionale Protezione Animali – L'OIPA chiede un monitoraggio più approfondito, continuo e a lungo termine del Tevere, se ci sono responsabilità devono essere individuate al più presto, la strage dei poveri pesci deve finire. Facciamo appello alle Autorità preposte ad impegnare ogni risorsa necessaria, se dovessero emergere delle responsabilità penali, l'OIPA certamente si costituirà parte civile".