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“Se rivuoi la Porsche devi darmi 8mila euro”: ex allenatore del Gallipoli a processo per estorsione

È finito di nuovo a processo l’ex allenatore del Galatina e Gallipoli Armando Gregory Inglese. Accusato di estorsione, avrebbe chiesto 8mila euro per la restituzione di una Porsche Cayenne presa in sub-noleggio.
A cura di Alessia Rabbai
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Armando Gregory Inglese
Armando Gregory Inglese

Dovrà rispondere dell'accusa di estorsione Armando Gregory Inglese, cinquant'anni. Finito a processo, è accusato di aver obbligato il proprietario di un autolavaggio a dargli otto mila euro per avere indietro la Porsche Cayenne che aveva preso in sub-noleggio da lui e che non gli aveva mai pagato. Ex allenatore delle squadre di calcio del Galatina e Gallipoli, pugliese, originario del Comune di Sannicola, era finito in televisione alla trasmissione ‘Pomeriggio Cinque', per una delle sue "truffe amorose".

Armando Gregory Inglese aveva preso una Porsche in sub-noleggio

I fatti per i quali è finito a processo e dovrà rispondere di estorsione risalgono al 2015, come riporta Il Messaggero l'imputato aveva sub-noleggiato un'auto di lusso da un amico della titolare di una società, al quale non ha però pagato le rate. La proprietaria che non vedeva i soldi arrivare si è insospettita e ha chiesto informazioni al conoscente al quale aveva dato la macchina, scoprendo appunto che ce l'aveva in realtà un'altra persona, Inglese, che non era rintracciabile. Nei suoi confronti l'amico e la proprietaria della società hanno sporto denuncia, con la speranza riavere indietro l'auto e ottenere i soldi del noleggio non saldato. A riuscire a mettersi in contatto con lui è stato il marito della titolare, al quale Inglese avrebbe chiesto otto mila euro in cambio dell'auto, somma che è stata versata tramite bonifico bancario.

Le truffe affettive di Armando Gregory Inglese

Armando Gregory Inglese è una persona già nota per avere messo in atto delle cosiddette "truffe affettive". Tra queste per l'ultima ha visto un patteggiamento a 10 anni lo scorso aprile. A cadere nella sua "trappola" è stata una giovane friulana, che aveva conosciuto nel 2017 in un locale della Slovenia e alla quale si era presentato come un fantomatico dirigente d'azienda e proprietario di un attico a piazza di Spagna. Lei poco prima del matrimonio ha scoperto che era tutto falso. Nel 2020 il tribunale di Lecce lo ha condannato a sei anni e cinque mesi per truffa nei confronti dell'ex compagna e di una conoscente, proponendo investimenti da migliaia di euro, millantando importanti conoscenze che in realtà non aveva nel mondo dello spettacolo e dello sport.

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