video suggerito
video suggerito

Scuole occupate: Valditara annuncia che il Ministero dell’Istruzione sarà in tribunale contro gli studenti

“Chi rovina una scuola deve pagare – ha detto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che continua la sua crociata contro le scuole occupate – Ci costituiremo parte civile nei processi contro i responsabili”.
A cura di Beatrice Tominic
35 CONDIVISIONI
A destra il ministro Valditara, a destra una foto dal Virgilio.
A destra il ministro Valditara, a destra una foto dal Virgilio.

Il ministro Giuseppe Valditara torna a parlare delle scuole occupate. E stavolta lo fa con una nota ufficiale pubblicata sul sito del ministero dell'Istruzione: "Chiederemo di costituirci parte civile nei processi penali a carico dei responsabili per ottenere il risarcimento dei danni", si legge, con i riferimenti a due scuole di Pisa e ai due licei romani che più hanno fatto discutere nel corso di questo autunno, il Gullace e il Virgilio. I responsabili, neanche a dirlo, sono gli e le studenti che hanno occupato la propria scuola in segno di protesta.

"Chi rovina una scuola deve pagare per rimetterla in sesto, non devono più pagare i cittadini", scrive riferendosi ai danni riscontrati dalle scuole dopo le occupazione, prima di tornare, di nuovo, a dare dei teppisti agli e alle studenti. "Siamo davanti ad atti di mero teppismo, che nulla hanno a che vedere con la libera espressione delle opinioni e del dissenso e che compromettono anche il diritto di tutti gli altri studenti di poter studiare nella loro scuola", dice ancora nella nota.

Continua la sua crociata contro le proteste studentesche dell'autunno. E ora si sposta anche in tribunale. "I rilevanti danni cagionati nel corso di occupazioni studentesche al liceo Gullace (due milioni di euro), al liceo Virgilio (almeno 60.000 euro), entrambi di Roma sono inaccettabili", dice sui due istituti romani. All'interno del primo è scoppiato un incendio durante l'occupazione. A dare fuoco alla scuola sarebbero stati in tre. 

Ricostruire quanto accaduto nel secondo, invece, è un po' più complesso. Secondo gli e le studenti del liceo, infatti, sarebbero antecedenti all'occupazione. A testimoniarlo un dossier fotografico con le foto dell'allarme antincendio rotto da anni, le porte dei bagni maschili sfondate, buchi nei muri e l'intonaco rotto. "Non volevamo mostrare la nostra scuola così, perché ci dispiace – hanno dichiarato i ragazzi a Fanpage.it – Ma noi abbiamo lasciato soltanto sporcizia e un bagno otturato. Il resto già c'era".

E mentre la preside organizza fallimentari presidi anti occupazione, traendo le lodi da parte del ministero, a parlare arrivano anche i genitori dei ragazzi e delle ragazze che frequentano l'istituto: "Adesso dobbiamo prendere parola noi. I nostri figli non sono teppisti: si erano anche offerti di pulire la scuola – scrivono in una lettera – Il collettivo ha sempre pagato tutti i danni commessi". E, nel frattempo, c'è chi si firma "genitori esasperato" e si chiede come siano stati utilizzati i 20 euro chiesti ad ogni famiglia lo scorso anno di multa e risarcimento: "Non sappiamo come siano stati spesi, se non per la nuova porta blindata della presidenza munita di videocitofono, alla faccia della disponibilità al dialogo".

35 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views