Scuole occupate in periferia a Roma: studenti in protesta anche al Plauto, Levi Civita e Kant
Continua la protesta delle scuole della capitale. La mobilitazione stamattina arriva in periferia, in quella a sud ovest di Spinaceto e nel quadrante est della capitale, a Centocelle, dove sono stati occupati il liceo Plauto, il Tullio Levi Civita e il Kant.
I due istituti si inseriscono in una già lunga lista di scuole occupate nel corso di questo autunno, alcune delle quali vedono ancora oggi al presenza di studenti in protesta. La settimana scorsa, in neanche 24 ore, sono stati nove gli istituti che si sono aggiunti all'elenco: Tasso, Morgagni, Mamiani, Manara, Righi, Archimede, Aristofane, Colonna e Virgilio. Prima ancora, ad inizio novembre, sono stati gli e le studenti del liceo Albertelli ad occupare la loro scuola seguiti, a pochi giorni di stanza, da quelli del Visconti.
Le richieste degli e delle studenti
Le occupazioni di questa mattina si inseriscono in un ampio contesto di protesta portato avanti avanti dagli istituti romani. La mobilitazione è dovuta alla mala gestione della scuola da parte del governo Meloni, a partire dalla prima scelta di introdurre il concetto di merito nella definizione stessa del ministero come accompagnamento all'istruzione all'ultima polemica scoppiata sulla mancata educazione sessuoaffettiva nelle scuole. Le scuole si trovano in edifici che cadono letteralmente a pezzi (è il caso, ad esempio, di quanto accaduto al centralissimo liceo Ripetta il mese scorso). Ma il focus, quest'anno, è soprattutto sulla mancanza di politiche inclusive e pedagogicamente transfemministe e quella di un supporto alla salute mentale del corpo studentesco.
Le richieste dal liceo Plauto: "Quando arriva l'ok per la succursale?"
"Occupiamo per far arrivare la nostra voce e le nostre proposte ben oltre la presidenza del nostro istituto, fino al ministro dell'istruzione e del "merito", a tutto il governo in carico e al sistema sociale ed economico in cui viviamo", fanno sapere dal Plauto.
Anche se i problemi interni alla scuola non mancano: il bar rischia di restare chiuso quest'anno, ad esempio. E mentre alcune classi all'inizio di quest'anno sono state trasferite in una struttura all'Eur, resta l'interrogativo sull'effettivo utilizzo della sede di via Renzini come succursale a partire dal settembre prossimo: "Ci hanno sempre detto che eravamo vittime dei normali tempi burocratici, ma qui al Plauto si sono trasfermati in ere – continuano gli studenti – Da anni e anni il Plauto è costellato di lavori e interventi ovunque, sempre accompagnati dalla promessa che poi sarà meglio e che criticarli è insensato. Ma ancora piove dagli stessi buchi sui tetti".