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Scoperto sistema di corruzione: 5 arresti, ci sono esponenti PD V Municipio e dipendenti comunali

Chiedevano assunzioni in cambio di procedure più veloci per lavori all’interno di una Rsa della Capitale. Coinvolte cinque persone che ora si trovano ai domiciliari. Tra di loro ci sono anche due esponenti politici del Pd dell V Municipio. In corso perquisizioni negli appartamenti degli indagati.
A cura di Alessandro Rosi
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Per ristrutturare una Rsa chiedeva a esponenti della politica locale di fare in modo di avere i documenti necessari e loro, in cambio, volevano assunzioni di personale all'interno della struttura sanitaria. Un sistema di corruzione che ha portato all'arresto di cinque persone a Roma. Tra queste ci sarebbero due politici locali del V Municipio. A questi si aggiunge un sindacalista della Cisl e funzionario della polizia locale, poi trasferito a Monte Compatri, un ingegnere noto consulente aziendale, un esponente dell'ufficio Ispettorato Edilizio del V Municipio. In particolare si tratta di Alfredo Fabbroni (già consigliere municipale e capogruppo Pd nel V Municipio) e Antonio Fabbroni (componente della Direzione del Pd Roma).

Tutti e cinque si trovano ristretti agli arresti domiciliari. A coordinare le indagini che hanno portato alle misure cautelari, il procuratore aggiunto Paolo Ielo e i sostituti procuratori Luigia Spinelli e Gennaro Varone.

Al centro dell'inchiesta si trova il il consulente d'azienda. Doveva ristrutturare una Residenza Sanitaria Assistenziale (Rsa) e, per aggirare l'iter burocratico standard, avrebbe contattato due esponenti della politica locale così che loro potessero mettere pressione su un funzionario della Polizia Locale e un funzionario Amministrativo che operavano nell’ambito del Municipio di competenza. Loro avrebbero infatti dovuto produrre la documentazione necessaria per la ristrutturazione. Ma questo non senza nulla in cambio. Il funzionario della polizia avrebbe infatti chiesto ai due politici l'incarico di Comandante della polizia locale in un comune dell'area metropolitana.

La denuncia sarebbe partita da cittadini cinesi che si lamentavano dei comportamenti illeciti degli indagati. Ora gli inquirenti stanno eseguendo perquisizioni domiciliari nei luoghi di lavoro di tutti gli arrestati. Sono stati anche sequestrati alcuni documenti che gli inquirenti stanno esaminando.

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