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Sciopero generale a Roma il 13 dicembre, a rischio i mezzi Atac: gli orari di bus, metro e tram

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha precettato lo sciopero, riducendolo da 24 a 4 ore. Non ci stanno i sindacati: “Non rispetteremo il divieto”.
A cura di Natascia Grbic
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Sciopero generale a Roma di tutti i settori pubblici e privati il 13 dicembre: i mezzi di trasporto non saranno garantiti, non è ancora chiaro in quale fascia oraria. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha infatti ‘precettato' lo sciopero, riducendolo a quattro ore, invece delle 24 proclamate da Usb, l'Unione sindacale di base. Non ci stanno però i sindacati, che hanno annunciato una 24 ore di stop ai servizi. Allo sciopero aderiscono anche bus, metro e tram Atac, motivo per cui già da questa sera, nella capitale, il trasporto pubblico potrebbe non essere garantito già a partire dalle 21 di oggi e fino alle 20.59 di venerdì. Il ministro Salvini, invece, ha limitato lo sciopero a quattro ore, dalle 9 alle 13. Staremo a vedere chi si ferma e per quante ore.

"Nei rinnovi contrattuali sono previsti salari che vanno ben al di sotto della soglia dell’inflazione, determinando una perdita di potere d’acquisto inimmaginabile fino a qualche anno fa, mentre i 3 euro previsti per l’aumento delle pensioni minime sono uno schiaffo in faccia a pensionate e pensionati – le motivazioni dello sciopero indetto da Usb – Gli affitti sono sempre più alti, mentre i salari sempre più bassi e di case popolari non se ne costruiscono più. Precariato, appalti, turni massacranti: in Italia si vive per lavorare! I sindacati confederali, invece, continuano a firmare accordi al ribasso, a discapito di lavoratrici e lavoratori. Il Governo Meloni ci porta alla guerra: continua a spendere sugli armamenti, mentre taglia i servizi. Non vogliamo essere complici della logica della guerra. Basta privatizzazione dei servizi pubblici, basta autonomia differenziata, basta attacchi al diritto di sciopero e, soprattutto, basta stragi di lavoratrici e lavoratori".

Sciopero generale a Roma, chi si ferma e chi no il 13 dicembre

A fermarsi per lo sciopero saranno soprattutto trasporto pubblico e sanità. Saranno coinvolti coinvolti treni, bus, metro, trasporto marittimo, taxi, personale sanitario, scolastico e Vigili del fuoco. Questi ultimi incroceranno le braccia solo per quattro ore, dalle 9 alle 13. È invece escluso il trasporto aereo.

Gli orari di bus, metro e tram tra il 12 e 13 dicembre

Come detto, il ministro Salvini ha precettato lo sciopero, riducendolo a quattro ore limitate a venerdì 13 dicembre, dalle 9 alle 13. Usb però, ha dichiarato di non avere intenzione di rispettare il divieto del ministro, confermando lo sciopero di 24 ore. Se così fosse, il settore ferroviario si fermerà a partire da questa sera alle 21 fino alle 20.50 del 13 dicembre, così come autobus, metro e tram, oltre alle linee Cotral. Saranno come al solito rispettate le fasce di garanzia, da inizio servizio fino alle 8.30, e poi dalle 17 alle 20. I taxi invece sciopereranno dalle 00.01 del 13 dicembre alle 23.59 dello stesso giorno.

Gli orari dei mezzi Atac a Roma durante lo sciopero del 13 dicembre

I mezzi Atac seguono lo stesso orario degli altri settori dei trasporti. Non sono assicurate metro e autobus dalle 8.30 alle 17, e dalle 20 fino a fine servizio.

Le motivazioni dello sciopero a Roma il 13 dicembre

Lo sciopero indetto da Usb è una protesta contro la manovra finanziaria del Governo Meloni "che asseconda la deindustrializzazione e condanna alla turistificazione della penisola". "La lista delle ragioni che spingono a convocare lo sciopero generale si allunga ogni giorno. C’è un disegno generale che il governo Meloni sta portando avanti che concentra le risorse per l’economia di guerra, aumenta le disuguaglianze sociali e ci trascina verso l’abisso di una nuova guerra mondiale. Non c’è un solo ambito della vita sociale, politica e culturale del Paese che non sia sotto attacco, dalla scuola alla sanità, dall’ambiente alla sfera dei diritti civili, dall’accoglienza alla restrizione degli spazi di democrazia. E sul piano economico e del lavoro c’è una scelta netta dalla parte delle banche e delle grandi imprese, una politica economica che asseconda la deindustrializzazione e ci condanna alla turistificazione della penisola".

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