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Sciopero a Roma oggi lunedì 9 ottobre, a rischio i trasporti per 24 ore: gli aggiornamenti

Chiuse le stazioni della metro A Furio Camillo e Baldo degli Ubaldi, metro B regolare e Termini-Centocelle. Possibili riduzioni delle corse di bus e tram. La situazione aggiornata dello sciopero del 9 ottobre a Roma.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Oggi, lunedì 9 ottobre, è in programma uno sciopero dei trasporti di 24 ore a Roma per tutta la giornata, che potrebbe creare disagi a chi si sposta in città utilizzando i mezzi. È iniziato alle ore 8.30, Atac ha annunciato la chiusura di due fermate della linea A della metropolitana Furio Camillo e Baldo degli Ubaldi. Il servizio lungo la metro B risulta invece al momento regolare. Per quanto riguarda la linea ferroviaria gestita da Atac Termini-Centocelle risulta anch'essa regolare. Il trasporto di superficie, quindi tram e autobus, è attivo, ma potrà subire riduzioni delle corse.

Confermato sciopero dei mezzi a Roma oggi: le fasce di garanzia

Lo sciopero dei trasporti di oggi ha delle fasce di garanzia, per assicurare gli spostamenti dei lavoratori che devono raggiungere il posto di lavoro. Sono da inizio servizio fino alle ore 8.30 e poi dalle 17 alle 20. Dalle ore 8.30 alle 17 e dalle 20 fino a fine giornata il servizio non è assicurato.

Sciopero di bus, metro e treni di oggi 9 ottobre 2023

Lo sciopero dei trasporti di oggi è di carattere nazionale, a Roma nel dettaglio coinvolge l'intera rete Atac e RomaTpl. Interessate nalla mobilitazione anche le linee del trasporto publico regionale gestite da Cotral, come Metromare e la linea ferroviaria Roma-Civita Castellana-Viterbo. Lo sciopero invece non riguarda le linee ferroviarie gestite da Trenitalia, lungo le qauli il servizio sarà regolare durante l'intero arco della giornata.

Ad indire lo sciopero di oggi Usb Lavoro Privato-Trasporti Roma "proclamato in virtù della cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, per il congelamento e calmiere dei prezzi dei beni primari e dei combustibili, il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina, investimenti economici per tutti i servizi pubblici essenziali, per il superamento dei penalizzanti salari d’ingresso garantendo l’applicazione contrattuale di primo e secondo livello ai neo assunti, per la necessità di modificare l’ossessionante e vizioso criterio che, inneggiando al risparmio, vede bruciare fior di soldi pubblici attraverso appalti e subappalti ad aziende che offrono servizi di scarsa qualità e lavoro sottopagato, garantendo ad esse profumati profitti".

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