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Scarlattina nelle scuole a Roma, il Bambino Gesù: “Casi in aumento, attenzione ma nessun allarmismo”

Il Bambino Gesù rassicura le famiglie sull’aumento di contagi da scarlattina nelle scuole di Roma. Non ci sono allarmismi, basta fare attenzione ai sintomi, rivolgersi al pediatra che deciderà se sia il caso di fare un tampone e la terapia antibiotica.
A cura di Alessia Rabbai
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Nelle scuole di Roma si sono registrati diversi casi di scarlattina tra gli studenti. Fanpage.it ha intervistato il dottor Sebastian Cristaldi, responsabile DEA – Dipartimento Emergenza e Accettazione di II livello del Bambino Gesù. L'ospedale pediatrico rassicura le famiglie sul fatto che non ci siano allarmismi. Ciò che è importante è che il lettore capisca che le indagini diagnostiche devono essere eseguite secondo determinati criteri su indicazione del pediatra, per evitare che i bambini facciano esami che non servono o terapie quando non sono necessarie.

Dottore è vero che si registra un aumento dei contagi di scarlattina?

Sì, i numeri dei casi di scarlattina sono in aumento rispetto agli scorsi anni, ma è un aumento ciclico che non ci preoccupa. Non si tratta infatti di quadri clinici gravi, né ci sono complicanze legate a problematiche d'infezione da streptococco, caratteristica del periodo primaverile. Dunque nessun allarmismo, bisogna solo fare attenzione alla comparsa di sintomi, perché una delle possibili infezioni di questo periodo può essere quella da streptococco.

Quali sono i sintomi della scarlattina e cosa bisogna fare in caso compaiano?

I sintomi sono febbre alta, mal di gola, rash cutaneo, linfonodi del collo ingrossati, ossia le caratteristiche cliniche che sono attribuibili anche a forme virali. I bambini che li presentano devono essere visitati dai pediatri di famiglia, i quali stabiliranno se è il caso di fare un tampone. Infatti lo streptococco, se si manifesta con sintomatologia, ha necessità di essere trattato con terapia antibiotica, come indicato nella circolare ministeriale. La cura è con Amoxicillina, un antibiotico che va assunto appunto solo a diagnosi accertartata dal pediatra.

È vero che l'antibiotico per la scarlattina non è facilmente reperibile?

Mi risulta che ci sia stata una finestra temporale entro la quale l'antibiotico per la scarlattina fosse di difficile reperimento, perché se ne è fatto un uso improprio. È capitato infatti di essersi trovati davanti a tamponi eseguiti in assenza di sintomi, ma con risultati positivi. Si può essere portatori sani e in questi casi non deve essere assunto l'antibiotico. La diffusione di informazioni non corrette ha portato ad un eccesso nel consumo di quest'ultimo e dunque all'esaurimento delle scorte. Attualmente non mi risulta che ci sia problematica legata al repertimento dell'Amoxicillina.

In quali casi allora bisogna fare il tampone?

Il tampone va eseguito solamente – e questo è importante ricordarlo – in caso di sintomi conclamati e, se positivo, è necessario il trattamento con antibiotico. Non ha senso e non c'è alcuna indicazione di eseguire il tampone in assenza di sintomatologia clinica riconducibile all'infezione da streptococco. In ogni caso le famiglie devono sempre attenersi alle indicazioni date dal pediatra.

Quali misure di prevensione sono utili nelle classi in cui ci sono contagi?

Sicuramente non fare tamponi a tappeto a studenti e deocenti a scopo preventivo com'è già accaduto, non serve a nulla. Le misure preventive da avere nelle classi in cui ci sono dei contagi di scarlattina sono quelle le norme che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni anche con la pandemia, che servono ad evitare le infezioni per via aerea: lavarsi spesso le mani, non usare gli stessi bicchieri e arieggare spesso gli ambienti.

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