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Scambio di provette in ospedale: donna operata per un tumore che non c’era, sarà risarcita

La Asl di Frosinone ha risarcito una paziente per un errore nel referto causato da uno scambio di provette. La donna avrebbe dovuto subire un’operazione molto meno complessa di quella a cui è stata sottoposta.
A cura di Enrico Tata
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Immagine di repertorio
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Le provette per la biopsia vengono scambiate per errore. Il risultato è una diagnosi sbagliata e un intervento d'urgenza per un tumore al seno che, in realtà, era molto meno grave rispetto a quanto emerso dal referto consegnato alla paziente. Per questo la Asl di Frosinone è stata condannata a pagare alla donna oltre 11mila euro per il danno biologico e 1.500 euro per il danno da consenso informato. L'azienda sanitaria, riporta il Corriere della Sera, ha dovuto anche pagare le spese legali e le spese della perizia tecnica.

Provette scambiate, paziente operata per errore

In pratica l'esito delle analisi scambiate aveva evidenziato un pericoloso tumore maligno del seno e per questo la paziente è stata immediatamente sottoposta a un complesso e delicato intervento chirurgico. In realtà quell'operazione non era necessaria, ha dimostrato il risultato della vera biopsia. Il tumore era meno grave e quindi non c'era bisogno di ricorrere a quel tipo di operazione così invasiva che, tra l'altro, ha cambiato anche l'aspetto fisico della donna. Non solo: la paziente ha avuto una convalescenza lunga e dolorosa.

La sentenza di risarcimento

Il perito nominato dal Tribunale ha appurato che le provette con il materiale prelevato tramite biopsia è stato scambiato dalla struttura ospedaliera e per questo, ha riassunto il giudice, la paziente "è stata sottoposta ad un intervento chirurgico più invasivo, sulla scorta della diagnosi di una forma tumorale maligna". La sentenza ha riconosciuto alla donna le lesioni sia fisiche che psicologiche causate dall'operazione, risultata molto più complicata di quella che in realtà avrebbe dovuto subire.

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