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Sara, che ha denunciato un finto contratto: “C’era scritto che lavoravo 20 ore al mese, erano 200”

Sara è la ragazza che nei giorni scorsi ha denunciato un contratto falso che avrebbero voluto farle in un bar di Cerenova. “Non ci sto più a farmi sfruttare. Piccola o grande che sia, questa è una lotta e io voglio portarla avanti”.
A cura di Natascia Grbic
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Sara Gentile ha ventotto anni e vive a Cerenova, piccola frazione del comune di Cerveteri, in provincia di Roma. Nei giorni scorsi il suo nome è diventato famoso dopo aver denunciato sui social un contratto di lavoro fasullo che le era stato fatto firmare da un noto bar della zona. Sara ha deciso che non si sarebbe fatta sfruttare e nemmeno sarebbe stata zitta: ha quindi rifiutato quel lavoro e fatto un post di denuncia, che ha raggiunto migliaia di persone in tutta Italia.

"Qualche settimana fa ho visto che un bar di zona cercava personale, così ho portato il curriculum e mi hanno chiamata per una prova, che mi hanno retribuito", racconta Sara. Dopo quattro giorni, i gestori del locale decidono di farle il contratto. Lei si era trovata bene e ha accettato. "Ho chiesto la cortesia di leggerlo prima di firmare, mi hanno risposto di no e che era meglio firmare subito", spiega. "Quando sono arrivata a casa l'ho letto bene e ho scoperto che secondo quanto dichiarato sul mio contratto, lavoravo 4 ore al giorno, una sola volta a settimana, per un totale di venti ore a settimana".

Sara però di ore ne lavorava duecento. La paga che volevano corrisponderle? Mille euro al mese per un full time. Ha così deciso di rifiutare: ha chiamato la titolare del bar e ha detto chiaro e tondo che rifiutava quel contratto. "Era un po' alterata, mi è stato rinfacciato che avevano preso me al posto di un'altra". Nessuna parola sul fatto che il contratto che le era stato proposto era un falso, e che a causa di ciò non avrebbe mai potuto accedere a una serie di cose. "Non avrei potuto comprare a rate nemmeno un frullatore", dice amareggiata.

Sui social c'è chi ha applaudito al comportamento di Sara e chi invece l'ha denigrata, offendendola e dicendo che non aveva voglia di lavorare. "Non vivo sulle spalle di nessuno, pago un affitto insieme al mio compagno e non ho aiuti da parte dei miei genitori – spiega – ho sempre lavorato, ma non ci sto più a farmi sfruttare. Piccola o grande che sia, questa è una lotta e io voglio portarla avanti".

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