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Salvi cinghiali e maiali della Sfattoria degli Ultimi: il tar annulla l’ordine di abbattimento

È ufficiale: sono salvi i 140 cinghiali e i maiali della Sfattoria degli Ultimi. Il tar del Lazio ha accolto il ricorso e ha annullato l’ordine di abbattimento.
A cura di Enrico Tata
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La Asl dovrà fare nuovi accertamenti e riesaminare la situazione, ma gli animali sono salvi. Il tar del Lazio ha oggi accolto il ricorso della Sfattoria degli Ultimi e ha annullato l'ordine di abbattimento di cinghiali e maiali firmato l'8 agosto scorso e che aveva l'obiettivo di contrastare la diffusione dell'epidemia di peste suina africana. La Sfattoria, infatti, si trova all'interno della ‘zona rossa' che racchiude le aree più a rischio.

L'abbattimento degli animali è ritenuto illegittimo dal tar del Lazio, poiché la Asl avrebbe dovuto valutare una deroga alla struttura. Questa sarebbe stata giustificata dal fatto che la Sfattoria è "un rifugio per animali in difficoltà" e questa attività ha un "elevato valore culturale o educativo ai sensi dell'articolo 13 del regolamento delegato UE 2020/687". Inoltre, hanno sottolineato ancora i giudici, il parere del Ministero della Salute (favorevole anch'esso all'abbattimento) "non è supportato da un'adeguata istruttoria e non e' correttamente motivato". A questo punto la Asl è tenuta a compiere nuovi accertamenti così come disposto dal tar e a riesaminare complessivamente la questione.

Con questa decisione oltre 140 tra maiali e cinghiali non verranno abbattuti. "Siamo felici del risultato", si legge in una nota della Sfattoria. L'atto di abbattimento dell'8 agosto, si legge ancora, "secondo il tar è viziato sotto numerosi profili della motivazione addotta dalla Asl medesima, in particolare per assenza completa di istruttoria, contraddittorietà manifesta e violazione di legge rispetto alle norme europee".

"Siamo felici di questo risultato sperato fino all'ultima udienza ed ottenuto grazie alla corretta lettura delle norme che la Asl invece aveva interpretato violando i principi dell'azione amministrativa anche in casi così estremi come la tutela della salute in casi di peste suina africana. La sentenza dimostra, pur riconoscendo la complessità delle norme, che la Asl ha assunto un provvedimento abnorme senza svolgere adeguata istruttoria", ha spiegato l'avvocato della Sfattoria Angelita Caruocciolo.

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