Salvatore Buzzi contro la sindaca: “Se Raggi parla ancora di mafia la querelo”
"Se Virginia Raggi parla ancora di mafia la querelo e le chiedo i danni". Sono le parole di Salvatore Buzzi uscito dall'Aula dopo la lettura del dispositivo della sentenza d'appello bis, che lo condanna a 12 anni e dieci mesi di reclusione nel processo sul ‘Mondo di Mezzo'. "Non si può più parlare di mafia dopo il 22 ottobre del 2019 – quando la Cassazione ha fatto cadere l'accusa – intraprenderò un'azione civile contro Raggi, che dovrebbe invece ringraziarmi, perché se è diventata sindaca di Roma lo deve a me e a Pignatone".
Raggi: "Con Mafia Capitale calpestati diritti dei cittadini"
"Quello di Mafia Capitale credo sia stato uno dei capitoli più bui della storia della nostra Capitale. Sono stati calpestati i diritti dei cittadini, e questo è stato riconosciuto – dichiara la sindaca di Roma Virginia Raggi uscita dall'aula a margine della sentenza d'appello bis di stasera- Credo sia fondamentale il lavoro di ricostruzione che stiamo facendo, che parte dalle macerie fatto di bilanci puliti, regolari, appalti legali e trasparenza. I cittadini romani meritano questo. So di essere scomoda perché porto avanti questo percorso, però non si può assolutamente tornare indietro, dobbiamo garantire a Roma queste condizioni di legalità, trasparenza e regolarità".
Buzzi: "Faremo ricorso in Cassazione"
"Faremo nuovamente ricorso in Cassazione, aspettando le motivazioni" sono le prime parole di Salvatore Buzzi, dopo la lettura del dispositivo della Corte d'Appello bis. Una sentenza che ha finito "molto più dura di quanto ci aspettavamo, considerato che il reato più grave era l'associazione a delinquere, il pg aveva chiesto 12 anni e otto mesi, sono stato assolto da sue capi e me ne hanno dati 12 anni e dieci mesi". Ciò che sperava Buzzi era "una condanna tra gli otto e i dieci anni".
La sentenza d'appello bis
La sentenza d'appello bis del processo sul ‘Mondo di Mezzo' emessa stasera ha condannato Salvatore Buzzi a dodici anni e dieci mesi e Massimo Carminati a dieci anni. Nei loro confronti il procuratore generale Pietro Catalani, per il primo aveva chiesto 12 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione e per il secondo 11 anni e 1 mese.