Salvatore Bramucci ucciso a Soriano: la cognata comunicava con i due sicari su Whatsapp
Secondo gli inquirenti, la mandante di Salvatore Bramucci sarebbe sua cognata: la donna, trasferita al carcere di Rebibbia e accusata di omicidio volontario, avrebbe pianificato l'omicidio su Whatsapp. La donna, una 48enne, si sarebbe prima occupata di trovare i sicari nel quadrante est di Roma, tra Guidonia e Ponte di Nona. Poi si sarebbe impegnata per istruirli su un gruppo di Whatsapp fornendo loro gli orari della vittima e i luoghi che frequentava.
Secondo chi sta indagando sulla morte di Bramucci, il movente potrebbe essere da ricercare in questioni di soldi: nel frattempo è stato preso in esame il telefono e le chat al suo interno, come scrive la Repubblica.
Le chat nel telefono della cognata di Bramucci
Secondo quanto rinvenuto dai carabinieri, nel cellulare della 48enne erano presenti messaggi volti all'organizzazione dell'omicidio già nel mese di luglio, un mese prima: inizialmente, come si è scoperto leggendo le chat, in un linguaggio in codice, l'omicidio era previsto per qualche giorno prima.
"Sto coso si deve fare dalla metà di luglio", aveva scritto uno degli indagati alla moglie. E ancora: "Nino mi fai sapere per il motore per mia suocera, calcola che non esce più alle 9 ma alle 8. Capito? Per organizzarmi", aveva scritto la 48enne il 17 luglio. Dal 25 dello stesso mese, la svolta: "Sti due non se sanno move", si è lamentato uno degli arrestati. Altre lamentele pure da parte della cognata di Bramucci che chiedeva di eliminare i cellulari. Il 30 luglio era tutto pronto, il 2 sarebbe dovuto avvenire l'omicidio rimandato prima al 4 agosto, poi al giorno dopo: "Ho avuto sto imprevisto, ora sto a cena e mi organizzo per domani", ha però aggiunto uno dei due sicari. Stesso copione anche il 6 agosto: "Oggi non posso andà a cambiare il motore, vado domani". Fino al 7 agosto, il giorno del tragico evento.
La morte di Salvatore Bramucci, rinvenuto in un bosco a Soriano nel Cimino
Salvatore Bramucci è stato ucciso lo scorso 7 agosto: il suo corpo è stato rinvenuto, con ferite di arma da fuoco e privo di vita, nelle campagne di Soriano del Cimino, in provincia di Viterbo. A dare l'allarme è stato un passante: sul posto sono immediatamente arrivati i carabinieri che hanno subito aperto le indagini. Il mese successivo, la pista seguita dai militari ha portato a due persone: dopo l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Viterbo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per i due è scattato l'arresto. Secondo gli accertamenti, fra le due persone arrestate non c'era nessun legame: è a quel punto che si è iniziato a pensare che potesse trattarsi di due sicari. Soltanto negli ultimi giorni, infine, è apparsa chiara anche l'identità del mandante del suo assassinio, la cognata della vittima.