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Trapiantato al cuore quando era bambino, si laurea e ringrazia l’ospedale che lo salvò

Quella di Angelo è una storia di speranza. Sottoposto a un trapianto di cuore dieci anni fa, oggi si è laureato. Ha ringraziato l’ospedale Bambino Gesù e il suo donatore.
A cura di Alessia Rabbai
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"Voglio ringraziare l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, dove ho ricevuto il trapianto di cuore che mi ha salvato la vita". Sono le parole di Angelo, uno studente calabrese di ventiquattro anni, che si è laureato alla Facoltà d'Ingegneria ed è diventato dottore. Un obiettivo raggiunto grazie a chi, dieci anni fa, gli ha permesso di continuare a vivere, al donatore e all'équipe medica che lo ha operato. Ad annunciare il lieto evento è la pagina Facebook Centro nazionale trapianti, che racconta la sua emozionante storia. Un lugo post insieme ad una bellissima foto, che immortala Angelo elegante e sorridente dopo la discussione, con la corona d'alloro in testa, mentre mostra orgoglioso tra le mani la sua tesi.

Angelo ha avuto un trapianto di cuore

"Dietro allo sguardo di  traguardo, come per tutte le ragazze e ragazzi che vogliono raggiungere i loro obiettivi, c'è impegno, costanza, fatica, sacrificio – scrive il centro nazionale trapianti – Per afferrare i propri sogni bisogna metterci il cuore. Ma nel caso di Angelo, di cuori ce ne sono voluti due, perché il suo, dieci anni fa, non funzionava più a dovere, e per questo è stato necessario un trapianto". Angelo nel giorno della sua laurea ha voluto scrivere un messaggio di ringraziamento e stima al Bambino Gesù, ai medici che si sono occupati di lui, prendendolo in cura e salvandogli letteralmente la vita.

"Grazie ai medici e a chi dona gli organi"

"Vorrei solo dirvi grazie, un grande e grosso grazie: dieci anni dopo sono qui a scrivervi questo messaggio con tanto orgoglio, tanta passione e una grande devozione nei confronti dell'ospedale". Angelo in questo gioioso giorno di festa non si è dimenticato della rete nazionale trapianti e dei donatori di organi che dichiarano in vita il loro ‘sì', in particolare del suo: "È un gesto di grande amore verso il prossimo, che permette a chi non ha più speranze di crescere, laurearsi, innamorarsi, viaggiare, lavorare, accompagnare i figli all'altare e i nipotini a scuola. Rinascere, insomma".

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