Salvare i cinema chiusi di Roma ed evitare che diventino fast food: si, ma forse è troppo tardi
Da Paolo Sorrentino a Matteo Garrone, da Paola Cortellesi a Marco Bellocchio e Valerio Mastandrea fino a Pierfrancesco Favino e a Francesco De Gregori. Una chiamata alle armi del mondo della cultura romano per salvare i cinema abbandonati della Capitale. "Noi, operatori del settore cinematografico e culturale, esprimiamo la nostra ferma opposizione all’acquisizione indiscriminata delle sale cinematografiche da parte di gruppi internazionali il cui unico obiettivo è la riconversione di questi spazi in strutture commerciali, cancellando di fatto il loro valore storico e culturale", l'incipit della lettera firmata da attori, registi e produttori.
Come abbiamo scritto, è in approvazione alla Regione Lazio una legge sulla Semplificazione Urbanistica che, tra le altre cose, introduce procedure più semplici per la trasformazione di vecchie sale in nuove attività commerciali. Fino ad oggi, una precedente legge regionale dell'ex giunta Zingaretti prevedeva la possibilità di cambiare la destinazione d'uso di questi spazi, ma mantenendo almeno il 30 per cento alla funzione originaria. Chi critica la proposta della destra, sostiene con buona ragione che gruppi di imprenditori senza scrupoli potrebbero acquistare i vecchi cinema e trasformarli in ciò che più desiderano, impoverendo e distruggendo quindi il tessuto culturale e sociale della città. E forse non è un caso che nelle scorse settimane un gruppo olandese abbia acquistato all'asta nove storici cinema di Roma, di cui due ancora in funzione: l'Adriano e l'Atlantic.
È vero, la trasformazione di queste storiche sale in spazi commerciali cancellerebbe decisamente il loro valore storico, culturale e sociale per la città. Eppure occorre aggiungere una considerazione: attualmente a Roma ci sono più di trenta sale abbandonate da anni, che nessuno si è mai sognato di riaprire. C'è per esempio l'ex cinema Metropolitan di via del Corso, per il quale l'ex giunta Raggi aveva approvato un progetto che prevedeva la trasformazione commerciale, ma mantenendo una piccola sala da 100 posti, e il salvataggio di altre due sale storiche della Capitale. La Regione Lazio bloccò quell'operazione con la legge che imponeva ai proprietari il mantenimento di almeno il 30 per cento della funzione originaria. Da allora, tuttavia, l'ex cinema è rimasto abbandonato e chiuso.
Si può fare di meglio? Probabilmente si. Ma ad oggi uno dei pochi esempi virtuosi in tal senso che ci viene in mente è quello del cinema Troisi, ristrutturato a Trastevere grazie all'impegno della Fondazione Piccolo America. Del resto, le sale trasformate in attività commerciali sono già moltissime a Roma. Basti pensare all'ex cinema di Gregorio VII che adesso ospita lo show room di una nota marca di divani e poltrone.
Ha sottolineato a Fanpage.it la presidente della Commissione Urbanistica della Regione Lazio, Laura Corrotti, Fratelli d'Italia, "l’opposizione sostiene che la nostra legge comprometta lo scopo sociale e culturale di quelle sale. Ma io credo che la politica debba fare delle scelte. Parliamo di sale abbandonate, non solo a Roma ma in tutta la regione, spesso chiuse da anni, inutilizzate e, in alcuni casi, occupate abusivamente. È nostro dovere restituirle ai cittadini: un cinema chiuso da dieci anni, ricordo a qualcuno, non è più un polo culturale. Con questa proposta garantiamo una premialità ai proprietari che vorranno inserire piccole sale o spazi culturali all’interno delle nuove destinazioni d’uso".
Secondo Massimiliano Valeriani, ex assessore di Zingaretti e consigliere regionale dem, invece, "non si tratta di impedire ogni cambiamento, ma di trovare un equilibrio tra le esigenze culturali e quelle economiche. Una sala abbandonata può diventare un luogo dove coesistono cinema, teatro, eventi musicali, spazi di lettura o incontri letterari. Certo, una componente commerciale può essere prevista, ma non deve essere esclusiva e deve restare al servizio della funzione culturale principale".
E proprio il Pd romano per sabato 1 febbraio alle 16 ha lanciato una mobilitazione davanti al cinema Barberini proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica sui cinema abbandonati di Roma, per evitare che diventino mega store o fast food.