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Saluti romani e svastica sulla bara di Alessia Augello, in otto andranno a processo

Otto persone sono accusate di aver fatto il saluto romano e di aver esposto la bandiera nazista sul feretro durante i funerali della militante di Forza Nuova Alessia Augello, detta Tugsy.
A cura di Enrico Tata
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Andranno a processo otto militanti di estrema destra. Sono accusati di aver fatto il saluto romano e di aver esposto la bandiera nazista sul feretro durante i funerali della militante di Forza Nuova Alessia Augello, detta Tugsy. La cerimonia funebre fu celebrata il 10 gennaio del 2022 nella chiesa di Santa Lucia, Circonvallazione Clodia a Roma.

Il pm Erminio Amelio ha contestato la violazione delle leggi Scelba e Mancino sull'apologia di fascismo e incitamento alla discriminazione, all'odio o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Il gup di Roma ha accolto la richiesta degli inquirenti e ha rinviato a giudizio gli otto militanti di estrema destra, con processo fissato al 17 settembre.

Alessia Augello è morta il 7 gennaio 2022 a soli 44 anni per una trombosi, una complicazione di un'operazione chirurgica. All'interno della chiesa le esequie si svolsero senza particolari problemi, ma all'uscita del feretro i militanti di estrema destra si schierarono tutti di lato alla bara, su cui era stata posta una bandiera nazista, rossa con al centro la svastica nera, e hanno gridato ‘presente'.

Subito dopo l'accaduto, la parrocchia aveva preso le distanze con un comunicato:

"Intendiamo esprimere la nostra profonda tristezza, delusione e disappunto, prendendo le distanze da ogni parola, gesto e simbolo utilizzati all’esterno della Chiesa, riconducibili a ideologie estremiste lontane dal messaggio del Vangelo di Cristo". Sono le parole di don Alessando, don Paolo Emilio e di tutta la comunità sacerdotale della parrocchia di Santa Lucia, dove nel primo pomeriggio di ieri, lunedì 10 gennaio, è stato celebrato il funerale della militante di estrema destra Alessia Augello, detta ‘Tugsy' morta a quarantaquattro anni. I parroci hanno preso le distanze dalla bandiera nazista apposta sulla bara, chiarendo che "quanto si è verificato all’esterno della chiesa alla fine della celebrazione è avvenuto senza nessuna autorizzazione da parte del parroco né del sacerdote celebrante, che erano entrambi all’oscuro di quanto stava per accadere".

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