Sale l’Irpef e calano gli stipendi nel 2024, i cittadini del Lazio tornano i più tassati d’Italia
I conti della Regione Lazio sono in profondo rosso e la responsabilità, come ha certificato anche la Corte dei Conti nel giudizio di parifica, è anche dell'amministrazione Zingaretti, che ha lasciato a Rocca un debito imponente.
Ma a prescindere dalle colpe, il dato certo, per quanto riguarda le tasse, è uno soltanto: nel 2024 i cittadini del Lazio torneranno ad essere i più tassati d'Italia. L'amministrazione regionale, infatti, non ha trovato i soldi per rifinanziare il ‘fondo tagliatasse'. Una misura che mitigava una delle addizionali regionali Iperf più alte del nostro Paese.
Cos'è il fondo tagliatasse e cosa c'entra con l'addizionale Irpef
In pratica il fondo ha consentito nel 2023 di applicare l’aliquota dell’1,73% di addizionale regionale all’Irpef per i redditi tra i 15.000 euro e i 35.000, e non l'aliquota prevista del 3,33%. In più garantiva un ‘bonus energia', cioè un’indennità una tantum di 300 euro per i redditi fino a 40.000 euro per compensare il caro bollette. Dal 2024, ad oggi, l'aliquota tornerà al 3,33%. In altre parole la scelta di non rifinanziare il ‘tagliatasse' produrrà un aumento di 320 euro dell'addizionale Irpef per quasi due milioni di lavoratori del Lazio.
Cgil attacca, Cisl sigla accordo con Regione Lazio
Su questo la Cgil ha deciso di non sottoscrivere l'accordo proposto dall'assessore regionale al Bilancio, Giancarlo Righini, mentre la Cisl ha accettato di firmare. "Abbiamo deciso di non sottoscrivere l’accordo con cui si accetta l’aumento della pressione fiscale sulle cittadine e sui cittadini a partire dal primo gennaio 2024. La Regione Lazio, infatti, ha definitivamente deciso di azzerare il fondo “taglia tasse” di oltre 300 milioni di euro", le parole di Natale Di Cola, segretario Cgil Roma e Lazio.
La Cisl ha deciso invece di firmare e rimandare la discussione all'inizio del 2024: "Fin dalle prime settimane del mese di gennaio dell'anno 2024, già da oggi si stabilisce di continuare il confronto attraverso l'istituzione di un tavolo di confronto diretto a definire, entro e non oltre la metà del mese di marzo 2024, l'intero impianto delle addizionali regionali all'Irpef, stabilendo la somma complessiva che verrà a destinata nella Legge di Bilancio dell'anno 2024", ha spiegato il segretario generale della Cisl Lazio, Enrico Coppotelli.
Secondo l'assessore Righini, "il finanziamento del fondo per la riduzione della pressione fiscale non è stato altro che un artifizio economico di cui oggi i cittadini pagano il conto salato". Ha spiegato ancora l'esponente di Fratelli d'Italia di aver dovuto "reperire 400 milioni di euro da destinare al ripianamento con la manovra correttiva del disavanzo e dei debiti pregressi. Questa è la certificazione che i 300 milioni di euro ai quali fa riferimento la Cgil in realtà non esistevano".
I conti li pagano i cittadini: stipendi in busta paga più bassi
Come detto, nonostante il rimpallo di responsabilità tra centrodestra e centrosinistra, il dato per i cittadini resta uno soltanto: nel Lazio si tornerà a pagare l'addizionale Irpef più alta d'Italia. Per fare qualche esempio, per il primo scaglione Irpef l'addizionale regionale della Lombardia è 1,23% contro l'1,73% del Lazio. Ancora, per quanto riguarda il terzo e il quarto scaglione, l'addizionale della Lombardia è 1,72% e nel Lazio 3,33%. Insomma, il conto lo pagheranno i cittadini con stipendi in busta paga più bassi.